La tragica vicenda della famiglia sterminata a Paderno Dugnano ha acceso i riflettori sul malessere del giovane responsabile della strage. Secondo la procuratrice dei Minori, Sabrina Ditaranto, non esiste un movente chiaro dal punto di vista giuridico, mentre dal punto di vista sociologico molte piste sono ancora da esplorare. L’ evento della festa di compleanno del padre, in particolare, potrebbe aver intensificato il disagio interiore del giovane. Ditaranto osserva che tali occasioni di festeggiamento possono diventare critiche per chi si trova in una situazione di sofferenza.
Il giovane, infatti, non ha espresso il suo malessere in termini di colpe verso i familiari, ma ha manifestato un senso di estraneità verso il mondo in generale, non solo verso la propria famiglia. Questo elemento rende la situazione ancora più complessa, poiché indica un disallineamento più ampio tra il ragazzo e la società. Riferendosi alle condizioni psicologiche del giovane, la pm ha dichiarato che è lucido e consapevole della gravità delle sue azioni, comprendendo che ciò che ha fatto è irreversibile. Inoltre, sarebbe giunto a queste conclusioni dopo aver riflettuto su quanto accaduto nei giorni precedenti all’omicidio.
Nonostante l’orrore del crimine, Ditaranto ha precisato che la famiglia del ragazzo sta cercando di avere un atteggiamento solidale, confermando la loro unità anche in un momento così drammatico. La pm ha voluto sottolineare che questa è una famiglia che, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, si dimostra molto sana, suggerendo che le dinamiche familiari non possono essere considerati come i fattori scatenanti di una simile tragedia.
Sabrina Ditaranto ha infine sollevato un punto cruciale relativo alla crescente solitudine tra i giovani, un fenomeno che sta diventando sempre più preoccupante. Pur riconoscendo che l’osservatorio che dirige è di natura patologica, mette in evidenza come spesso i giovani si trovino isolati e come questo possa contribuire al loro malessere. La domanda fondamentale sul perché di questa solitudine rimane irrisolta e difficile da affrontare in un contesto di un crimine così grave, ma è evidente che esiste un forte disagio tra le nuove generazioni.
Questa situazione solleva interrogativi su come la società possa riconoscere e affrontare il malessere giovanile prima che sfoci in atti estremi. È chiaro che c’è bisogno di un dialogo più aperto e di un sostegno maggiore per i giovani che affrontano situazioni di solitudine e incomprensione. La sofferenza interiore del giovane di Paderno Dugnano, pertanto, non è solo un problema individuale, ma una questione sociale che richiede attenzione e interventi adeguati.