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Il presidente Carlo Pacifici e la scelta di un manager come nuovo capo arbitri

Il presidente dell’AIA, Carlo Pacifici, ha annunciato in un’intervista all’AGI che non si ricandidaterà alle elezioni del 14 dicembre. Secondo Pacifici, per guidare l’AIA verso il futuro non è necessario un ex arbitro, ma un manager professionista capace di gestire un’organizzazione di oltre 30.000 persone. La sua decisione di farsi da parte, a poco più di un anno e mezzo dalla nomina, rappresenta una potenziale svolta storica, considerando che la guida dell’AIA è sempre stata affidata a ex arbitri di Serie A. Pacifici, che ha assunto il ruolo nell’aprile 2023 dopo le dimissioni di Alfredo Trentalange, esprime anche un bilancio nel suo operato, sostenendo che gli errori arbitrali sono diminuiti del 92% grazie all’introduzione della tecnologia, anche se l’interpretazione delle decisioni rimane soggetta a polemiche e opinioni divergenti.

In merito alle prossime elezioni, Pacifici evidenzia un cambiamento nelle modalità di voto, con una maggiore partecipazione degli associati, che ha superato il 75%. Questo nuovo approccio democratico è considerato un passo positivo. Pacifici ha ponderato a lungo la sua decisione di non ripresentarsi, sottolineando la necessità di un continuo rinnovamento delle idee e delle energie per affrontare la fase di trasformazione del calcio italiano. Resta disponibile per supportare l’AIA e il prossimo presidente, portando la sua esperienza.

Pacifici, che ha arbitrato per la prima volta nel 1975, ritiene necessaria una nuova figura presidenziale capace di affrontare la continua evoluzione del calcio e dell’arbitraggio. Le recenti riforme sportive in Italia introducono sfide che richiedono competenze manageriali e strategie innovative. Anche se esiste la possibilità di una riduzione del peso elettorale dell’AIA nella FIGC, Pacifici non sembra preoccupato, considerando che il principio di imparzialità nell’arbitraggio può essere mantenuto anche senza un diritto di voto diretto nel consiglio federale.

Infine, il futuro presidente dell’AIA dovrà affrontare sfide significative, tra cui la violenza verso gli arbitri e l’adattamento alle nuove tecnologie. L’obiettivo principale sarà quello di valorizzare le professionalità interne e sviluppare una cultura dell’innovazione, investendo nella formazione continua e rafforzando la fiducia nell’istituzione arbitrale.

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