Jannik Sinner, attualmente il numero 1 del tennis mondiale, si trova al centro di una controversia legata al doping, dopo che è stata trovata una quantità minima di Clostebol nel suo sistema durante due controlli antidoping. La WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) ha deciso di appellarsi al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna (TAS), contestando la decisione di un tribunale indipendente che aveva assolto Sinner da ogni colpa o negligenza. Questo è un evento senza precedenti nella storia dello sport, poiché non era mai successo che la WADA avesse presentato un appello contro una sentenza di un’autorità similare all’International Tennis Integrity Agency (ITIA).
La WADA chiede un periodo di ineleggibilità tra uno e due anni, senza richiedere la squalifica di risultati già ottenuti, tranne quelli previsti dalla sentenza originale. Sinner, 23 anni, attualmente allenato da Darren Cahill e Simone Vagnozzi, ha espresso delusione per l’appello, sottolineando che tutte le udienze precedenti avevano avuto esiti favorevoli per lui.
Dopo un significativo successo con l’Italia, vincendo la Coppa Davis lo scorso novembre e trionfando agli Australian Open e agli US Open nel 2023, Sinner ha avuto anche problemi fisici che lo hanno costretto a ritirarsi da alcuni tornei. La sua positività al Clostebol è stata causata dall’uso inconsapevole di un farmaco da banco, il Trofodermin, prescritto per curare una ferita. Il suo preparatore atletico ha dimostrato di aver acquistato il prodotto, ma si è scoperto che Sinner non era a conoscenza dell’uso da parte del suo fisioterapista, il quale ha ammesso di aver utilizzato il farmaco senza sapere che conteneva sostanze vietate.
L’ITIA ha stilato un verbale dettagliato sulle circostanze della positività di Sinner, citando casi precedenti di atleti ritenuti non colpevoli. Ora, la WADA ha chiesto ulteriori documentazione all’ITIA, con il processo al TAS che potrebbe richiedere del tempo. Una decisione non è attesa prima della primavera 2024, mentre gli avvocati di Sinner stanno preparando la propria difesa per ottenere l’assoluzione totale del giocatore da queste accuse.