Un recente studio guidato da Shaan Khurshid del Massachusetts General Hospital ha rivelato che un’elevata quantità di tempo trascorso seduti o sdraiati durante il giorno può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari (CVD) e mortalità, anche tra le persone fisicamente attive. Pubblicato su JACC, il lavoro ha analizzato oltre dieci ore e mezza di comportamento sedentario quotidiano, associandole a un incremento nei casi di insufficienza cardiaca e morte cardiovascolare.
Le linee guida raccomandano più di 150 minuti di attività fisica da moderata a intensa a settimana, ma lo studio sottolinea che l’esercizio costituisce solo una parte dell’attività quotidiana, mentre la sedentarietà rappresenta una porzione più ampia, direttamente collegata al rischio di CVD. Sono stati coinvolti 89.530 partecipanti di età media 62 anni, di cui il 56,4% donne. I soggetti hanno indossato accelerometri per registrare il movimento per sette giorni, mostrando una media di 9,4 ore al giorno di sedentarietà.
Dopo un follow-up medio di otto anni, 3.638 partecipanti hanno sviluppato fibrillazione atriale, 1.854 insufficienza cardiaca, 1.610 infarti miocardici e 846 sono deceduti per causa cardiovascolare. È stato osservato che il rischio di fibrillazione atriale e infarto miocardico aumentava costantemente, mentre per insufficienza cardiaca e mortalità cardiovascolare il rischio rimaneva basso fino a quando non si superavano le 10,6 ore di sedentarietà, oltre le quali si manifestava un significativo aumento del rischio.
Gli effetti del comportamento sedentario sui rischi cardiovascolari sono stati ridotti per i partecipanti che praticavano almeno 150 minuti di attività fisica settimanale, ma il rischio di insufficienza cardiaca e mortalità rimaneva elevato. Gli autori suggeriscono che le linee guida future dovrebbero focalizzarsi sulla riduzione del tempo sedentario, fissando come obiettivo un massimo di 10,6 ore giornaliere.
Le limitazioni dello studio comprendono la conoscenza limitata sulle ragioni per cui le persone si trovano in posizioni sedentarie per lungo tempo e l’imprecisione degli accelerometri nel rilevare la postura. Potrebbero essere necessarie ulteriori indagini per ottenere dati più accurati sui comportamenti di sedentarietà e attività fisica.]