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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Il Silenzio dell’Assessore: Lavorare Senza Comunicare è un Difetto

A Palermo si sta delineando un paradosso simile a quello di Zenone, conosciuto come il “paradosso Orlando”, in riferimento all’assessore ai lavori pubblici Totò Orlando. Questo fenomeno mette in luce le contraddizioni e le crisi del centrodestra siciliano, aggravate da dichiarazioni clamorose del coordinatore di Italia Viva in Sicilia, Davide Faraone, che rischiano di portare all’espulsione dall’amministrazione di un assessore che ha dimostrato grande impegno.

Orlando è stato cruciale nella risoluzione di problemi significativi, come la gestione delle bare accatastate non sepolte e la riqualificazione del Ponte Corleone, uno snodo stradale fondamentale che aveva causato rancore tra i cittadini. Tuttavia, nonostante il suo operato, che ha portato alla sistemazione di strade e marciapiedi in condizioni disastrose, la sua mancanza di comunicazione è vista come un difetto dagli “Dei palermitani”.

Si pone quindi la domanda su chi si occupi concretamente degli interventi necessari in una città segnata dalle inefficienze. Totò Orlando lavora silenziosamente, senza cercare visibilità o gloria personale, dedicandosi a risolvere le piccole problematiche quotidiane che migliorano la vivibilità della città e la sicurezza degli abitanti.

Tuttavia, a Palermo, il merito e il lavoro spesso non sono apprezzati. Storia recente dimostra che i cittadini hanno premiato politici che, nonostante l’assenza di risultati tangibili, hanno accumulato voti. Questo riflette una cultura di ozio e indolenza che, a differenza di altre città italiane – come Bologna, Milano, Torino e Napoli – non sembra valorizzare l’impegno e la meritocrazia.

La critica principale rivolta a Orlando è proprio la sua capacità di lavorare senza comunicare i risultati, rendendolo vulnerabile a una società che tende a condannare chi si impegna. Il discorso si estende a tutti coloro che, come lui, dimostrano dedizione, come il Sovrintendente Marco Betta al Teatro Massimo, che è stato anch’esso accusato di aver lavorato bene. In sostanza, a Palermo, l’impegno e il merito possono diventare motivi di ostilità, in una cultura che privilegia l’inattività e il disinteresse.

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