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Il Tar conferma la sospensione di Vannacci dall’Esercito per “Il mondo al contrario”

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso dell’avvocato Giorgio Carta, difensore del generale Roberto Vannacci, contro la sanzione disciplinare che prevede la sospensione dell’impiego del generale a causa della pubblicazione del suo libro “Il Mondo al Contrario”. Il Tar ha giustificato la sanzione ritenendo l’opera un intervento di natura politica. L’avvocato ha annunciato che presenterà appello al Consiglio di Stato e, se necessario, porterebbe la questione alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, per tutelare la libertà di espressione non solo di Vannacci, ma di tutti i militari italiani.

Roberto Vannacci, ora europarlamentare della Lega, ha espresso soddisfazione per l’archiviazione del procedimento penale a suo carico per un presunto reato di truffa militare. Il caso riguardava indennità di missione legate alla presenza della moglie in Russia durante il suo incarico all’Ambasciata d’Italia a Mosca. Il generale ha sottolineato che la procura militare di Roma aveva chiesto l’archiviazione del procedimento, smentendo così le precedenti speculazioni della stampa, che aveva addirittura parlato di peculato.

Vannacci ha criticato la decisione del Tar, affermando che non può considerarsi libero un Paese che sospende una persona per aver pubblicato un libro, indipendentemente dal contenuto di questo. Ha paragonato la situazione italiana a quella dell’Iran, dove gli autori vengono perseguitati per le loro opere. Inoltre, ha lamentato che la stampa ha dato maggiore risalto alla sua sanzione disciplinare piuttosto che all’archiviazione del processo penale, creando una discrepanza nel trattamento mediatico.

Il generale si è detto comunque determinato a lottare per la libertà di espressione dei militari e ha notato come la notizia dell’archiviazione del procedimento, pur essendo un fatto ben più significativo per la sua reputazione, sia passata in secondo piano rispetto al rigetto del ricorso. Ha invitato i lettori a riflettere sull’attenzione mediatica riservata a temi marginali rispetto a questioni di maggiore importanza per la sua carriera.

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