Dieci mesi dopo la prima udienza, il processo contro Alessandro Impagnatiello, ex barman dell’Armani Caffè, per l’omicidio della compagna incinta Giulia Tramontano, giunge alla fase finale. La pm Alessia Menegazzo ha affermato che il delitto, avvenuto il 27 maggio, è frutto di una decisione lucida e non di un raptus, evidenziando che l’imputato ha inflitto 37 coltellate con “rabbia fredda”. La magistrata ha osservato che già a dicembre 2022 Impagnatiello effettuava ricerche sul veleno per topi in relazione alla gravidanza. La data del delitto ha solo segnato un cambiamento nei piani, mantenendo ferma la sua “risoluzione omicidiaria”.
Menegazzo ha descritto Impagnatiello come un uomo “psicopatico, bugiardo e senza scrupoli”, e ha sostenuto che non ci sono segni di difesa da parte di Giulia, evidenziando come l’omicidio fosse stato pianificato con grande cura. Durante il processo, la pm ha sottolineato che il dibattimento non si è basato su indizi, ma su prove concrete, incluse perizie e testimonianze che confermano la responsabilità dell’imputato, il quale ha tentato di manipolare la realtà a proprio favore.
Il movente dell’omicidio, secondo l’accusa, è stato che Giulia e il loro bambino, Thiago, erano divenuti ostacoli alla relazione con l’amante di Impagnatiello. La pm ha ricordato che l’imputato disse alla sua amante che non ci sarebbero stati più ostacoli alla loro relazione, segnalando questa dinamica come centrale nel suo delitto.
In un toccante messaggio su Instagram, la madre di Giulia, Loredana Femiano, ha esortato a non mantenere più orrore, bugie o egoismo, sottolineando invece il dolce ricordo che chiunque ha incontrato Giulia conserva nel cuore. Anche la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, ha condiviso un tributo su Instagram, esprimendo quanto manchi alla loro vita e affermando che il suo ricordo rappresenta la loro forza. Oggi, si svolgerà una nuova udienza in tribunale a Milano, in attesa della discussione finale delle parti.