Revocato il decreto con cui il Tar del Lazio aveva sospeso il Tariffario delle Prestazioni di Specialistica ambulatoriale e protesica, ovvero le cure garantite dal Servizio Sanitario Nazionale (Ssn). Il Tar ha deciso di revocare la sospensione dopo aver preso atto della gravità delle conseguenze che avrebbe avuto, come il blocco del sistema di prenotazione e erogazione dei servizi, con un impatto negativo sulla salute dei pazienti. L’udienza in camera di consiglio è confermata per il 28 gennaio.
L’istanza di revoca è stata presentata dall’Avvocatura dello Stato per conto del ministero della Salute. Ieri, in Campania, si sono registrati disservizi significativi, con lunghe code e sovraffollamento negli studi dei medici, conseguenza della sospensione del decreto. Giovanni Senese, segretario regionale Campania del sindacato dei medici Smi, sottolinea che la situazione non è attribuibile ai medici prescrittori e avverte che fino al nuovo riesame del provvedimento il 28 gennaio 2025 si rischia il caos per le cure dei pazienti.
Le Regioni italiane avevano già aggiornato i nomenclatori con i nuovi codici delle prestazioni. A seguito della decisione del Tar, il ministero della Salute dovrà attuare la sospensiva, tornando ai vecchi codici in attesa di nuove indicazioni. Senese invita a evitare che il conflitto tra Governo e Regioni influisca sulla salute dei cittadini.
Anche il Smi Lazio chiede chiarezza da parte del governo regionale e nazionale riguardo ai criteri attuativi, in seguito alla decisione del Tar. Andrea Figà Talamanca, presidente regionale Smi Lazio, richiede spiegazioni sulla situazione del Catalogo unico regionale e sui disservizi che ne derivano. Marina Pace, vice segretario vicario Smi Lazio, evidenzia un disallineamento fra i vari Cup aziendali e il Cup regionale, che ha causato notevoli disagi sia per i medici prescrittori che per i cittadini. Questi ultimi si trovano a fronteggiare rimpalli tra gli studi medici e i Cup territoriali, aggravando ulteriormente la situazione.