Salviamo i giornali. In California è una parola d’ordine, in Italia (a parte Gasparri e Barachini) no. L’ultima notizia è che lo Stato della California e Google finanzieranno un piano di aiuti per i giornali da 50 milioni di dollari l’anno per 5 anni.
Non è che Google lo abbia fatto di sua iniziativa. Il Parlamento della California stava preparando una legge che avrebbe richiesto a Google di pagare le aziende editoriali per la distribuzione dei loro contenuti.
Così, scrive Laurel Rosenhall sul Los Angeles Times, hanno preferito la strada di una “nuova partnership pubblico-privata tra lo Stato e il gigante della tecnologia che finanzierà programmi per la ricerca sull’intelligenza artificiale e il rafforzamento del giornalismo locale”.
Per i giornali in California 250 milioni
Il piano prevede un impegno di quasi 250 milioni di dollari nei prossimi cinque anni, con poco più di un quarto del denaro proveniente dai contribuenti statali e il resto da Google e forse altri donatori privati.
Il denaro andrà a due nuove iniziative gestite dalla Graduate School of Journalism dell’UC Berkeley: un fondo per distribuire milioni di dollari alle agenzie di stampa della California e un “acceleratore di intelligenza artificiale” per sviluppare modi per i giornalisti di utilizzare la potente tecnologia.
Questo accordo rappresenta un’importante svolta per garantire la sopravvivenza delle redazioni e rafforzare il giornalismo locale in tutta la California, sfruttando sostanziali risorse del settore tecnologico senza imporre nuove tasse ai californiani.
L’accordo non solo fornisce finanziamenti per supportare centinaia di nuovi giornalisti, ma aiuta a ricostruire un corpo stampa californiano solido e dinamico per gli anni a venire, rafforzando il ruolo vitale del giornalismo nella nostra democrazia.
Giornaalismo essenziale per la democrazia
Il deputato Buffy Wicks (D-Oakland) ha guidato lo sforzo, sostenendo che sostenere il giornalismo californiano è essenziale per mantenere la democrazia perché le agenzie di stampa locali svolgono un ruolo vitale nell’informare il pubblico sul loro governo.
Il calo delle entrate pubblicitarie, ricorda Laurel Rosenhall, ha portato molte aziende di media a licenziare giornalisti o a chiudere completamente, lasciando alcune comunità senza i cani da guardia indipendenti che le agenzie di stampa locali forniscono.