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domenica, 24 Novembre, 2024
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In fondo c’è la Cina: Un viaggio oltre l’orizzonte

La crisi della Germania ha un impatto diretto sull’Italia, e Paolo Bricco sul Sole 24 Ore analizza come diversi fattori strategici abbiano modellato il futuro industriale di entrambi i Paesi. Quattro passaggi cruciali sono identificati: la specializzazione produttiva, l’egemonia tedesca, il complicato rapporto tra Germania e Cina, e la deriva ideologica delle élite europee.

Negli anni Settanta, l’industria automobilistica europea era equamente divisa tra Germania, Francia e Italia, ma l’industria tedesca si è imposta grazie all’innovazione della tecnologia diesel, che ha conquistato il mercato. Questa crescita ha portato a una dominanza tedesca nel settore, mentre la leadership italiana e francese iniziava a vacillare. Le aziende tedesche, come Volkswagen e BMW, sono riuscite ad accaparrarsi tecnologie cruciali, inclusa la tecnologia del common rail progettata dal gruppo Fiat, che è stata ceduta alla Bosch, diminuendo la competitività italiana.

Il terzo passaggio strategico è il forte legame tra Germania e Cina, che ha preso piede negli anni Novanta. Le aziende tedesche hanno avviato joint ventures con imprese statali cinesi, creando un modello economico vantaggioso che ha facilitato l’accesso a mercati e risorse a basso costo. Allo stesso tempo, la Germania ha stabilito un modello economico basato sull’interazione con la Russia per l’energia a basso costo e su una produzione distribuita in varie nazioni.

Tuttavia, questa forte dipendenza ha portato a vulnerabilità. La crescente assertività della Cina, in particolare nel settore dell’auto elettrica, ha reso evidente una perdita di sovranità tecnologica da parte dell’Europa, mentre le politiche ecologiche, fortemente influenzate dalle élite tedesche e francesi, hanno ridotto il focus sull’industria tradizionale. Con la transizione verso veicoli elettrici e l’aumento delle normative ambientali, la crisi del diesel ha portato a difficoltà economiche, licenziamenti e a una stampa finanziaria sempre più opprimente.

In sintesi, la crisi che affligge la Germania non è solo un’opportunità perduta per l’industria nazionale, ma si riflette anche sull’Italia e sull’intera Europa, facendoci capire come la cooperazione economica con la Cina sia diventata una trappola che ha deteriorato la nostra autonomia economica e tecnologica.

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