Cgil e Uil hanno organizzato un sciopero generale a Torino, culminato in una manifestazione pacifica ma interrotta da violenti scontri. Intorno alle 12.30, ci sono stati tafferugli tra un gruppo di antagonisti, studenti e manifestanti pro-Palestina contro le forze dell’ordine presso la stazione di Porta Nuova. Questo gruppo, identificato come “spezzone sociale”, ha cercato di oltrepassare il cordone di polizia, lanciando slogan contro il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e la Tav. Le forze di polizia, in risposta, hanno utilizzato scudi e manganelli per fermare i manifestanti, che hanno reagito con calci, pugni e aste delle bandiere.
Altri manifestanti sono giunti in metro a Porta Susa e, brandendo una bandiera palestinese, hanno occupato i binari, bloccando la circolazione dei treni per circa venti minuti. Durante le tensioni, alcuni manifestanti hanno incendiato cartelli con le immagini di Giorgia Meloni e Matteo Salvini e un fantoccio rudimentale che rappresentava quest’ultimo.
Salvini ha condannato severamente gli eventi, definendo i partecipanti non manifestanti ma delinquenti, e chiedendo l’identificazione dei colpevoli per punirli adeguatamente. Anche Fratelli d’Italia ha preso posizione, con Augusta Montaruli che ha accusato il leader della Cgil, Maurizio Landini, di incitare alla rivolta. Ha affermato che gli antagonisti seguono “alla lettera” le provocazioni di Landini, sfogando la loro violenza contro le forze dell’ordine e distruggendo simboli del governo.
Montaruli ha espresso vicinanza alle forze dell’ordine e ai membri del governo, enfatizzando il ruolo di Fratelli d’Italia nel sostenere coloro che mettono a rischio la propria sicurezza per contrastare la violenza. Ha denunciato la situazione di Torino, descrivendo la manifestazione come un ritorno a periodi bui, e ha espresso la speranza che tali episodi non si ripetano in futuro.
La manifestazione ha quindi messo in luce le tensioni socio-politiche del momento, con manifestanti che cercano di esprimere il proprio dissenso in modi sempre più drammatici, e una netta risposta da parte delle autorità e dei politici, preoccupati per la sicurezza pubblica e l’ordine.
