La UEFA ha ufficialmente escluso Milano dall’assegnazione della finale di Champions League 2027, come comunicato al termine della riunione del Comitato Esecutivo a Praga. Tale decisione è stata presa a causa delle incertezze riguardanti i lavori di ristrutturazione dello stadio San Siro e delle aree limitrofe, questioni non risolvibili dal Comune di Milano. Inizialmente, Milano sembrava avere buone possibilità di ospitare la finale, essendo l’unica concorrente insieme a Budapest, a cui è stata già confermata la finale del 2026. Milano era stata pre-selezionata per il 2027, ma senza garanzie definitive, dovute alla situazione ancora aperta riguardante la costruzione di un nuovo stadio per le squadre di calcio Inter e Milan.
Recentemente, le due società hanno respinto una proposta di ristrutturazione presentata da WeBuild, ostacolando così la possibilità per la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) di garantire alla UEFA un progetto sicuro e realizzabile. Come conseguenza di questi eventi, Milano ha perso l’opportunità di ospitare la finale di Champions League, un evento che non si svolge nella città dal 1996.
Il Comune di Milano ha comunicato alla FIGC riguardo la situazione che circonda il San Siro, sottolineando l’incertezza sui futuri lavori di riqualificazione. Fino ad ora, Inter e Milan non hanno preso una decisione definitiva riguardo al futuro dello stadio Meazza e sull’eventuale investimento nella zona circostante, creando un clima d’incertezza che ha influito sulla decisione della UEFA. Questa situazione ha reso impossibile per Milano presentare un piano che potesse soddisfare le esigenze della UEFA, compromettendo così le possibilità di ospitare la finale, considerata una grande opportunità per la città.
In sintesi, la mancata assegnazione della finale di Champions League 2027 a Milano è il risultato di un insieme di fattori tra cui l’incertezza sui progetti di ristrutturazione dello stadio San Siro e le decisioni non risolte da parte delle principali società calcistiche.
