1 Ottobre 2024

Influenza aviaria negli Stati Uniti: possibile primo contagio umano

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Negli Stati Uniti si sta manifestando quello che potrebbe essere il primo focolaio umano di influenza aviaria, con alcune segnalazioni di operatori sanitari del Missouri che presentano lievi sintomi respiratori dopo aver avuto contatti con un paziente affetto da questa malattia. Le autorità sanitarie hanno confermato i primi due contagi e sottolineano l’importanza di monitorare la potenziale trasmissione da uomo a uomo. Il paziente, che è la prima persona confermata con influenza aviaria senza una precedente esposizione nota ad animali, è guarito, ma il caso solleva preoccupazioni sulla diffusione del virus che colpisce principalmente gli animali.

Il virus dell’influenza aviaria, inizialmente limitato agli uccelli, ha mutato nel tempo e si è propagato tra gli animali, grazie soprattutto agli uccelli migratori. In primo luogo, ha infettato i mammiferi marini e i gatti negli allevamenti; in seguito, sono state colpite anche le mucche, evidenziando il rischio di trasmissione all’uomo attraverso il latte crudo e l’allattamento.

Il 6 settembre 2024, le autorità sanitarie del Missouri hanno riportato che un residente dello Stato ha contratto l’influenza aviaria. Questo individuo, affetto da gravi patologie preesistenti, è stato ricoverato a causa di sintomi quali nausea, vomito e debolezza, ma è poi riuscito a guarire completamente. Un aspetto rilevante è che l’uomo non aveva avuto contatti con animali infetti né con uccelli selvatici o pollame, e non aveva consumato latte non pastorizzato.

Le infezioni da influenza aviaria negli esseri umani possono variare da lievi disturbi respiratori a malattie gravi o letali. È cruciale, quindi, rafforzare i sistemi di sorveglianza e non sottovalutare i segnali di allerta. In Italia attualmente non sono stati registrati casi umani di influenza aviaria H5N1, ma è fondamentale rimanere vigili. Sono disponibili due vaccini pre-pandemici contro l’H5N1 per l’uomo, il che sottolinea l’importanza di essere preparati in caso di potenziali focolai. La comunità internazionale continua a monitorare la situazione con attenzione, implementando test sia su persone che su animali per contenere la diffusione del virus.

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