30 Settembre 2024

Inizio dei lavori per il recupero del relitto della nave greca “Gela 2”

Le operazioni di recupero del relitto “Gela 2”, una nave greca del V secolo a.C., sono entrate nella fase attiva nella contrada Bulala di Gela, in provincia di Caltanissetta. Il relitto, lungo circa 15 metri e largo 5, è stato scoperto nel 1995 e si trova a circa 6 metri di profondità. La Soprintendenza del mare della Regione siciliana ha avviato, grazie a un finanziamento di oltre 900 mila euro proveniente dal Fondo sociale di coesione, uno scavo archeologico subacqueo per liberare i resti della nave e il suo carico dai fondali sabbiosi.

Le operazioni di recupero sono gestite dalla ditta specializzata Atlantis scrl di Monreale, sotto la supervisione della Soprintendenza del mare. Il progetto ha un tempo stimato di completamento di 270 giorni. Inizialmente, saranno smontati e recuperati i legni della nave, seguiti da interventi di restauro che si svolgeranno nei locali di Bosco Littorio, messi a disposizione dalla Soprintendenza per i Beni culturali di Caltanissetta, situati nel Parco archeologico di Gela.

L’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, ha dichiarato che nei prossimi mesi i visitatori del Bosco Littorio potranno osservare le attività di desalinizzazione e restauro dei componenti dell’imbarcazione, analogamente a quanto già avvenuto per il relitto “Marausa 2”. Una volta terminati i lavori, la nave sarà conservata all’interno del Museo delle navi di Gela, situato nello stesso Bosco Littorio.

Il progetto di recupero del “Gela 2” non rappresenta solo un importante intervento archeologico, ma anche un’opportunità per valorizzare il patrimonio storico marittimo della Sicilia. La presenza di relitti come quello del “Gela 2” offre un’occasione unica per approfondire la conoscenza delle tecniche di navigazione antiche e della vita marittima nel Mediterraneo durante il periodo classico. L’approccio scientifico e professionale adottato per le operazioni di recupero e restauro promette di garantire la conservazione adeguata di questi preziosi reperti storici per le future generazioni.

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