A Valencia e nella sua provincia, le operazioni di ricerca dei dispersi a seguito dell’alluvione Dana continuano incessantemente. Le vittime accertate superano già le 200 unità, ma il numero è destinato ad aumentare, considerando che circa 2.000 persone risultano ancora scomparse. La situazione si presenta come una delle più gravi catastrofi naturali in Europa negli ultimi decenni. Tra le notizie positive, una donna è stata salvata dopo tre giorni trascorsi intrappolata in un’auto abbandonata a Benetússer, trovata grazie alle sue urla.
I sommozzatori militari, operando in condizioni difficili, hanno dichiarato il parcheggio sotterraneo di un centro commerciale ad Aldaya come un “cimitero”, in quanto durante l’inondazione erano presenti centinaia di persone e l’acqua ha raggiunto altezze di tre metri. Gli sforzi di soccorso sono complicati dalla massiccia presenza di detriti e acqua. Le ipotesi sulle vittime all’interno del parcheggio sono preoccupanti, e le squadre continuano a lavorare per svuotarlo.
Il governo spagnolo, attraverso il premier Pedro Sanchez, ha annunciato l’invio di 10.000 tra soldati e forze di polizia, evidenziando la mobilitazione più grande in tempo di pace per affrontare l’emergenza. Sono stati autorizzati finanziamenti per la ricostruzione, mentre nelle aree isolate i sindaci invocano aiuto. Le polemiche politiche si concentrano sul mancato allerta da parte del presidente della Regione di Valencia, Carlos Mazón, ma Sanchez ha deciso di non approfondire tali controversie.
Inoltre, si è registrata una notevole risposta da parte dei volontari, i cosiddetti “angeli del fango”, che si sono radunati per aiutare nei soccorsi. I volontari si sono uniti in gran numero al coordinamento della Protezione Civile, portando cibo e acqua alle zone colpite. È fondamentale mantenere un controllo sulle operazioni per garantire l’efficacia degli interventi delle squadre di emergenza.
La Generalitat valenciana ha imposto restrizioni alla circolazione nei comuni colpiti per facilitare il lavoro dei mezzi di emergenza. Attualmente, oltre 3.000 soldati e più di 4.470 agenti di polizia sono impegnati nella ricerca dei dispersi e nella rimozione dei detriti. Le operazioni di soccorso stanno cercando di fare luce su una situazione devastante che ha colpito duramente la comunità.