Maurizio Cattelan ha nuovamente ridefinito il panorama dell’arte contemporanea con la sua opera “Comedian”, una banana attaccata a un muro con del nastro adesivo, battuta all’asta per 6,2 milioni di dollari. Nicolas Ballario, critico d’arte e curatore, ha commentato questo incredibile risultato, sottolineando che un libro precedentemente pubblicato, intitolato “Lo squalo da 12 milioni di dollari”, ora si potrebbe intitolare “La banana da 6 milioni di dollari”. L’opera è emersa nel 2019 durante Art Basel Miami, diventando rapidamente l’installazione più riprodotta del decennio.
Il fruttivendolo che ha venduto la banana per 30 centesimi agli esperti di Sotheby’s, probabilmente non immaginava che qualche ora dopo sarebbe stata rivenduta a un miliardario fondatore di una piattaforma di criptovalute. Ballario osserva che mentre alcuni grideranno allo scandalo, “Comedian” rappresenta un simbolo dell’arte contemporanea e della genialità di Cattelan, che cammina su un filo sottile, lasciando a critici e pubblico l’arduo compito di interpretare la sua opera.
La banana assume diversi significati: rappresenta il commercio globale e costituisce una figura classica nell’umorismo, con la sua buccia iconica che ha causato scivoloni per decenni. Ballario si interroga su chi sia il vero destinatario di questa provocazione: i collezionisti, i critici, o il pubblico che condivide meme sui social? Cattelan è descritto come un genio che ha venduto non solo una banana, ma un vero e proprio “manuale di istruzioni”: l’acquirente ha affermato “me la mangio”, illudendosi di poter replicare l’opera cambiando la banana ogni 7-10 giorni e seguendo specifiche istruzioni per il montaggio.
Infine, il critico ricorda una frase di Cattelan: “A me più che il vero o il falso, interessa il verosimile”, rivelando un aspetto fondamentale del suo lavoro e della sua visione dell’arte, lasciando la questione di cosa sia arte a una riflessione personale, senza una risposta definitiva.