24 Settembre 2024

La Corte Europea convalida la sentenza dell’Antitrust Ue nei confronti di Apple

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Secondo un rapporto della Commissione europea, tra il 1991 e il 2014, Apple ha ricevuto vantaggi fiscali in Irlanda per un valore di 13 miliardi di euro, considerati come aiuti di Stato. La controversia è iniziata quando Dublino, attraverso ruling fiscali del 1991 e del 2007, ha permesso a due filiali del gruppo Apple, Apple Sales International (Asi) e Apple Operations Europe (Aoe), di essere registrate come società irlandesi, nonostante non fossero residenti fiscalmente nel paese. Nel 2016, la Commissione ha dichiarato che tali aiuti erano illegali e incompatibili con il mercato interno, ordinando il recupero degli importi dall’Irlanda.

Nel 2020, un tribunale aveva annullato la decisione della Commissione, ma ora la Corte europea ha ripristinato la posizione iniziale. La Corte ha confermato che le attività delle succursali Asi e Aoe in Irlanda dovrebbero essere confrontate non con quelle di altre società del gruppo, ma piuttosto con le operazioni delle loro sedi al di fuori dell’Irlanda. Apple ha espresso delusione per la decisione della Corte, sottolineando che il caso non riguardava la quantità di tasse pagate, ma piuttosto quale governo fosse destinatario di tali pagamenti.

Nel comunicato, Apple ha affermato di rispettare tutte le normative fiscali ovunque operi e di non aver mai avuto accordi speciali con l’Irlanda. L’azienda ha rivendicato di essere un contribuente significativo e di aver pagato oltre 20 miliardi di dollari di tasse negli Stati Uniti sui profitti già tassati pour la Commissione, sostenendo che i profitti in questione erano sempre stati soggetti a tassazione negli Stati Uniti.

In effetti, durante il periodo di indagine dal 2003 al 2014, Apple ha dichiarato di aver pagato 577 milioni di dollari di tasse in Irlanda, pari al 12,5% dei profitti generati nel paese, conformemente alla legislazione fiscale irlandese. I legami fiscali tra Irlanda e Stati Uniti sono stati riaffermati da Apple, che sostiene che entrambi i paesi concordano sulla tassazione dei profitti. La situazione evidenzia la complessità delle normative fiscali internazionali e il dibattito continuo sull’equità e sull’efficacia del sistema fiscale globale.

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