25 Settembre 2024

La crisi di Northvolt: un campanello d’allarme per l’industria delle auto elettriche

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L’auto elettrica è spesso considerata il futuro della mobilità grazie alle sue zero emissioni, alla maggiore efficienza e ai bassi costi di manutenzione. Tuttavia, nonostante la necessità urgente di ridurre l’inquinamento, l’adozione di massa è lenta a causa del prezzo elevato delle auto elettriche, che possono costare tra i 30.000 e i 37.000 euro, ben oltre il budget medio del consumatore italiano, che si aggira intorno agli 8.000 euro. Di conseguenza, molti optano per veicoli più inquinanti, in particolare quelli di classe Euro 4 o inferiore; attualmente, in Italia circolano circa 15 milioni di questi veicoli, aumentando i livelli di polveri sottili nell’aria.

La crisi di Northvolt, un’azienda leader nella produzione di batterie elettriche, rappresenta un ulteriore segnale preoccupante per l’industria. Fondata nel 2016 da Paolo Cerruti e Peter Carlsson, Northvolt aveva ottenuto significativi investimenti, tra cui 2,75 miliardi di dollari da Volkswagen e Goldman Sachs. Tuttavia, la situazione economica è cambiata drasticamente, portando a pesanti tagli del personale con circa 1.000 posti di lavoro persi nello stabilimento di Skelleftea, in Svezia. Questa crisi colpisce non solo Northvolt, ma anche l’intero ecosistema delle batterie per auto elettriche.

Il calo delle vendite di auto elettriche in Europa, con l’Italia tra i mercati più colpiti, ha ulteriormente aggravato la situazione di Northvolt. La mega-fabbrica di Skelleftea, inizialmente progettata per incrementare la capacità produttiva di 30 gigawattora per alimentare 500.000 veicoli all’anno, ha visto la sua espansione sospesa. Nonostante avesse ricevuto ordini per 26,5 miliardi di euro da marchi come Volkswagen e BMW, la crisi attuale ha bloccato questi ambiziosi piani.

Per cercare di risolvere la difficile situazione finanziaria, Northvolt ha incaricato la banca d’investimento PJT Partners di valutare diverse opzioni di ripresa. Inoltre, si segnalano anche ritardi nella costruzione di una gigafactory da 7 miliardi di dollari in Quebec, evidenziando le sfide tempestive che l’industria delle auto elettriche e della produzione di batterie deve affrontare nel panorama attuale.

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