27 Settembre 2024

La depressione e la mancanza di sole: un legame da esplorare

L’esposizione alla luce solare ha un impatto significativo sui disturbi dell’umore, secondo uno studio della Vanderbilt University pubblicato su Plos Mental Health. Guidato da Oleg Kovtun e Sandra Rosenthal, il team ha analizzato dati provenienti da dispositivi di tracking indossabili, confrontando informazioni di soggetti con e senza depressione. I disturbi dell’umore sono la principale causa di disabilità a livello mondiale, e fino al 30% di coloro che soffrono di depressione maggiore o bipolarismo presenta un modello stagionale nei sintomi.

Nonostante la nota correlazione tra luce solare e sintomi depressivi, la comprensione della durata del giorno e dell’intensità della luce solare nei disturbi depressivi stagionali è limitata. Gli autori dello studio hanno utilizzato un approccio quantitativo per esplorare il legame tra le misurazioni della luce solare e i modelli di attività motoria rilevati tramite accelerometri. Hanno coinvolto 23 individui con depressione e 32 persone sane, reclutati presso l’Università di Bergen, in Norvegia.

I risultati hanno evidenziato una connessione tra l’attività fisica diurna, lo stato depressivo, la lunghezza del giorno e l’irraggiamento solare. In particolare, è emerso che periodi di maggiore depressione erano associati a una minore attività diurna, che aumentava con il prolungarsi del fotoperiodo e l’insolazione. Gli esperti suggeriscono che l’impatto della luce solare sull’attività fisica può variare tra i diversi pazienti in base al grado di depressione. Inoltre, un comportamento sedentario può ridurre il tempo trascorso all’aperto, privando le persone depresse dei benefici dell’esposizione alla luce solare.

Lo studio propone anche una strategia per esaminare l’interazione tra luce solare, attività fisica e stato depressivo attraverso strumenti digitali open source. L’identificazione dei disturbi dell’umore, in particolare quelli di natura stagionale, attraverso biomarcatori digitali potrebbe offrire spunti per diagnosi predittive e personalizzate nella salute mentale. Gli autori concludono che le persone con disturbi dell’umore stagionali potrebbero non riconoscere i propri schemi, incentivando così lo sviluppo di strumenti digitali che supportano medici e pazienti nella gestione dei sintomi.

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