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La depressione e l’età: il ruolo della neuroinfiammazione secondo gli esperti

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la depressione potrebbe diventare la principale causa di morbilità a livello globale, colpendo più di un uomo su dieci e fino a una donna su quattro durante la vita. In Italia, i dati mostrano un’andamento particolare rispetto all’Europa, con una minore diffusione della depressione tra i giovani e gli adulti dai 15 ai 44 anni, mentre aumenta significativamente negli anziani, soprattutto oltre i 65 anni. La depressione negli anziani si distingue per un elevato malessere fisico, rallentamento e sintomi cognitivi, spesso associati a un’infiammazione cronica di basso grado, definita “inflammaging”, che corrisponde all’interazione tra infiammazione e invecchiamento.

L’infiammazione è un processo biologico naturale che si attiva in risposta a lesioni o infezioni, ma l’infiammazione cronica di basso grado può portare a danni nel breve e lungo termine. Questo tipo di infiammazione è stato collegato a una serie di malattie, tra cui diabete, malattie cardiovascolari e cancro. Influisce anche sulla salute mentale, alterando la barriera emato-encefalica e contribuendo a condizioni come la depressione e il deterioramento cognitivo. Le citochine, molecole segnale del sistema immunitario, possono influenzare la chimica cerebrale, incideando su neurotrasmettitori come serotonina e dopamina, legati al benessere emotivo.

Le cause dell’infiammazione cronica spesso derivano da stili di vita poco salutari, come diete ricche di zuccheri e grassi saturi, sedentarietà, stress cronico e esposizione a tossine. Anche un sonno insufficiente impedisce la riparazione cellulare e aumenta il rischio di infiammazione. Secondo esperti, adottare uno stile di vita sano è cruciale: ciò include l’attività fisica regolare, la gestione dello stress attraverso tecniche come meditazione e respirazione profonda, un sonno di qualità e una dieta equilibrata ricca di antiossidanti.

Infine, la ricerca suggerisce di utilizzare molecole sicure che possano mirare al sistema immunitario nella neuro-infiammazione di basso grado. L’integrazione di alimenti a fini medici, come la palmitoiletanolamide ultramicronizzata, potrebbe supportare il sistema e prevenire malattie fisiche e mentali, migliorando così la qualità della vita negli anziani e riducendo il rischio di depressione.

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