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lunedì, 16 Dicembre, 2024
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La domanda di un nuovo ingrediente costoso minaccia la Vaquita in Cina

La vaquita marina è un cetaceo raro con caratteristiche macchie nere attorno agli occhi, che vive esclusivamente nel Golfo di California, in Messico. Questo mammifero, noto come il più minacciato al mondo, ha visto il suo numero ridotto a meno di una dozzina di esemplari in libertà. La sua sopravvivenza è compromessa dalla pesca illegale del totoaba, una specie protetta, la cui vescica natatoria è molto richiesta in Cina per uso tradizionale, con un prezzo che può arrivare fino a 85.000 dollari al chilo. Questa situazione ha indotto molti pescatori poveri di San Felipe, una città costiera, a partecipare a questa industria illecita, utilizzando reti da posta illegali, che costituiscono un pericolo mortale per la vaquita, inattesa e intrappolata.

Per proteggere la vaquita, il governo messicano ha vietato l’uso delle gillnets nell’Alto Golfo e ha creato una zona di rifugio. Tuttavia, la pesca illegale persiste. ONG come Museo de la Ballena cercano di collaborare con i pescatori locali per sviluppare alternative sostenibili, come la coltivazione di ostriche, e rimuovono le reti illegali. Questi sforzi, però, hanno portato a conflitti: nel 2020, un incidente tra un’imbarcazione di pescatori e una nave dell’ONG Sea Shepherd ha scatenato tensioni a San Felipe.

La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza della criminalità organizzata, che controlla la pesca illegale del totoaba. I pescatori denunciano un clima di crescente violenza e insicurezza, creando un ostacolo per le iniziative di conservazione. In risposta, il governo messicano sta considerando la legalizzazione di alcune attività di pesca e ha distribuito reti sicure per la vaquita, ma i pescatori lamentano le basse rese economiche.

Rimane quindi la sfida di salvare la vaquita senza compromettere i mezzi di sussistenza delle comunità locali. Valeria Towns sottolinea l’importanza di affrontare la situazione, avvertendo che ignorare il problema potrebbe danneggiare l’immagine del settore ittico locale, ma mantiene una prospettiva ottimistica: “C’è sempre speranza. Se non ci fosse, non sarei qui.”

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