La Federal Reserve (Fed) ha deciso di ridurre i tassi d’interesse di un quarto di punto, portandoli in una forchetta fra il 4,25% e il 4,50%. Questa rappresenta la terza riduzione consecutiva del costo del denaro da parte della banca centrale statunitense. In settembre, la Fed aveva già abbassato i tassi di mezzo punto, mentre in novembre la diminuzione era stata dello 0,25%.
Secondo le previsioni della Fed, ci sono appuntamenti futuri con altri tagli dei tassi nel 2025, per un totale di mezzo punto. Queste informazioni sono evidenziate nelle “dot-plot”, ovvero le tabelle che accompagnano le decisioni di politica monetaria. A settembre, la Fed aveva previsto quattro tagli per il 2025, ma ha rivisto questa stima al ribasso.
Inoltre, la Fed ha aggiornato le sue stime di crescita per gli Stati Uniti nel 2025, elevandole al +2,1% rispetto al precedente +2,0%. Questo segnale di ottimismo si accompagna a un’aspettativa che non vede un ritorno dell’inflazione al target del 2% prima della fine del 2026. Tali previsioni indicano un contesto economico complesso, in cui la Fed sta cercando di bilanciare la crescita economica con il controllo dell’inflazione.
La decisione di abbassare i tassi di interesse riflette le priorità della Fed nell’affrontare le attuali sfide economiche e sostenere la crescita. Le modifiche alle politiche monetarie mirano a incoraggiare investimenti e consumi nel contesto di un economia che sta cercando di recuperare stabilità e crescita sostenibile. Tuttavia, la Fed si trova in una posizione delicata, dove deve navigare tra l’esigenza di spingere l’economia in avanti e la necessità di mantenere l’inflazione sotto controllo, un equilibrio fondamentale per la salute economica a lungo termine del paese. Le previsioni di crescita e i piani per futuri tagli ai tassi d’interesse saranno elementi chiave da monitorare nel prossimo futuro, in quanto potrebbero influenzare non solo l’economia statunitense, ma anche quella globale.