venerdì, Ottobre 4, 2024
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La guerra legale tra Sportlifecity e WWF: Il futuro del ‘bosco’ in pericolo per lo stadio del Milan

Una battaglia legale si sta svolgendo davanti al Tribunale Civile di Milano tra il WWF Martesana Sud e Sportlifecity riguardo l’area verde di San Francesco a San Donato, dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio del Milan. Gli ambientalisti hanno presentato un ricorso per ottenere un ‘accertamento tecnico preventivo’, chiedendo di valutare se quell’area, riconosciuta per la sua biodiversità, possa essere classificata come “bosco” e quindi protetta secondo le normative vigenti. La giudice Serena Nicotra si è riservata di decidere dopo le recenti discussioni tra le parti.

I legali di Sportlifecity, che ha acquisito i diritti sul progetto dello stadio, hanno negato che l’area possa essere definita un bosco, sostenendo che vi siano solo alcuni alberi sparsi e che non ci sia un interesse naturalistico significativo. Durante il confronto, i rappresentanti di Sportlifecity hanno affermato di aver solo effettuato delle pulizie e di aver messo in atto una recinzione nell’area. Nel giugno scorso, la società aveva comunicato al Comune di San Donato di aver ricevuto dalla Polizia di Stato l’ingiunzione di rimuovere rifiuti e vegetazione bassa, ipotizzando di completare tale operazione entro fine ottobre.

Tuttavia, il WWF ha sollevato dubbi riguardo la tempistica necessaria per una semplice operazione di pulizia, suggerendo che ci sia un’intenzione sottostante di abbattere gli alberi, cosa che la società ha negato. Il Comune ha affermato che la definizione di bosco deve considerare anche aspetti normativi e sostanziali. In risposta, l’avvocato del WWF ha chiesto un accertamento urgente, come previsto dalla legge, per garantire una valutazione tempestiva della situazione.

Il WWF ha anche dichiarato che potrebbe ritirare la richiesta se Sportlifecity garantisse di non intraprendere alcun intervento sull’area verde fino a quando non avrà un titolo edilizio ufficiale per la costruzione dello stadio. Infine, la giudice dovrà decidere anche sulla richiesta di Sportlifecity di inviare gli atti al TAR, il che potrebbe comportare ulteriori complicazioni e considerazioni sui danni ambientali derivanti dal prolungato contenzioso.

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