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La lezione del maestro Manzi – Un viaggio nell’arte dell’insegnamento

Al corso di istruzione popolare per adulti analfabeti condotto da Manzi, la didattica si svolgeva in un ambiente vivace e coinvolgente. La lavagna e un grande blocco di fogli su un supporto servivano come strumenti per scrivere e disegnare, coadiuvati da immagini e filmati. Questo metodo innovativo permetteva di spiegare concetti difficili in modo chiaro e accattivante. Manzi utilizzava anche umorismo, sketch comici e racconti per mantenere alta l’attenzione degli studenti. Aggiungeva ospiti famosi, come l’attore Aldo Fabrizi, che partecipava a una puntata dedicata alla lettera “F”, e il ciclista Gino Bartali, presente per il tema sulla “B”. La presenza di alunni più adulti in studio conferiva un ulteriore elemento di realtà al programma.

Il programma “Non è mai troppo tardi” ha avuto un grande impatto sulla lotta contro l’analfabetismo in Italia. Dalla prima puntata, rigorosamente in diretta, si sono susseguite altre 483 trasmissioni, curate da Manzi insieme a Oreste Gasperini e Carlo Piantoni, fino al 1968. Quell’anno si rivelò cruciale per i cambiamenti sociali in atto, ma nonostante le sfide, il numero di iscritti e di alunni delle scuole elementari continuava a crescere esponenzialmente.

Anche se nel 1968 il programma si concludeva, l’eredità di “Non è mai troppo tardi” non si spegneva. Il formato e l’approccio adottati rimasero come un esempio brillante di intervento educativo, lodato e replicato in ben 72 paesi nel mondo. La trasmissione non solo ha contribuito a combattere l’analfabetismo, ma ha anche aiutato a unificare linguisticamente il paese, dimostrando che l’istruzione può e deve essere accessibile a tutti. L’influenza del programma si è estesa ben oltre i confini nazionali, rappresentando un pilastro nella storia dell’educazione popolare e un punto di riferimento per iniziative simili a livello globale. 럅

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