La morte di Larimar, una ragazza di 15 anni trovata impiccata in giardino a Piazza Armerina, Enna, ha scosso profondamente la madre, convinta che si tratti di un omicidio piuttosto che di un suicidio. La madre sostiene che è impossibile che una ragazza così giovane usi un metodo così violento per togliersi la vita, sottolineando il modo in cui è stata trovata. Ha anche rivelato che Larimar aveva ricevuto minacce a scuola, affermando di avere sospetti su chi possa essere stato l’autore.
Durante un’intervista, la madre ha parlato di segni di intrusione nel giardino di casa, evidenziando buchi nella rete che avrebbero permesso a qualcuno di accedere facilmente alla proprietà. La famiglia si è trasferita recentemente e non era riuscita a rinforzare la recinzione per evitare intrusioni. Secondo la madre, Larimar potrebbe essere stata aggredita in casa stessa, poiché ha trovato la stanza della figlia a soqquadro e con effetti personali sparsi ovunque, il che potrebbe indicare una violenza subita. Crede che la giovane potesse essere già svenuta o morta prima di essere trovata in ginocchio, con le scarpe pulite, suggerendo che non fosse tornata a casa da sola dopo l’episodio.
La madre accusa la scuola di avere una parte di responsabilità nella morte della figlia, affermando che se avesse saputo delle minacce ricevute, non avrebbe lasciato Larimar sola. Ha lanciato un appello a chiunque avesse informazioni, chiedendo che si faccia avanti. Il legale della famiglia, Milena Ruffini, ha aggiunto che le voci riguardanti presunti litigi e minacce necessitano di ulteriori verifiche, e che intende farlo attraverso indagini difensive.
La situazione ha sollevato dubbi e preoccupazioni sui ruoli della scuola e della comunità nel prevenire simili tragedie. Il caso di Larimar ha messo in evidenza la necessità di una maggiore attenzione e responsabilità nella gestione dei conflitti giovanili e nella protezione degli studenti da minacce e violenze. La madre resta determinata a scoprire la verità sulla morte della figlia e a far luce su eventuali complici coinvolti.