Il plenum del Consiglio superiore della magistratura (Csm) ha deciso di sospendere la consigliera laica Rosanna Natoli, eletta in quota FdI, con 22 voti favorevoli, 6 contrari e 2 schede bianche. Natoli ha denunciato un “procedimento sommario” da parte della procura di Roma, basato principalmente su una chiavetta USB, esprimendo forte disapprovazione per il comportamento della procura e richiedendo il rispetto dei termini del codice di procedura penale. Sostiene di non accettare un processo sommario e si ritiene “incompetente territorialmente” la procura della Capitale, lamentando che non sia stato fissato un nuovo interrogatorio.
Natoli ha affermato di avere la coscienza a posto e di non aver mai compromesso il proprio ruolo, sottolineando di essere stata eletta dal Parlamento e di avere il dovere di rispondere agli elettori. Durante la riunione del plenum, ha dichiarato che accetterà qualsiasi provvedimento, ma si riserva il diritto di impugnarlo. Ha messo in guardia sui rischi rappresentati dalla sua sospensione, definendola un “pericoloso precedente”, dove una semplice iscrizione nel registro degli indagati potrebbe portare alla sospensione di chiunque. Questo solleva interrogativi sull’indipendenza e l’autonomia del Csm.
Natoli ha lamentato anche di essere stata bersaglio di articoli stampa che hanno messo in discussione la sua elezione, sottolineando che il dibattito riguardante le donne in posizioni di potere è ridotto e svilito a causa di pregiudizi e stereotipi. Ha evidenziato come la narrazione secondo cui una donna possa essere eletta non per meriti, ma per relazioni con uomini, non solo danneggia la sua immagine, ma mina anche il progresso delle donne nel contesto professionale. Ha concluso parlando di un “muro di gomma” per le donne, sottolineando l’importanza di affrontare queste tematiche, specialmente alla luce delle celebrazioni per la Giornata internazionale della donna.
Infine, la controversia è emersa da un colloquio privato avvenuto nei mesi scorsi tra Natoli e la giudice Maria Fascetto Sivillo, che si trova attualmente in un procedimento disciplinare.