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La Mummia del ‘Diavolo’ nella Cripta dei Cappuccini di Brno

Il 4 ottobre 1749, il barone Franz von der Trenck, noto come “il Diavolo Trenck”, viene sepolto nella cripta dei cappuccini a Brno, dove riposano frati e benefattori. La sua morte segna la fine di una vita avventurosa e complessa, caratterizzata da imprese guerresche e controversie. Nato il 1 gennaio 1711 a Reggio Calabria da genitori di origini prussiane e austriache, Trenck possedeva un’educazione completa, parlando diverse lingue e mostrando un’intelligenza vivace. Tuttavia, il richiamo dell’esercito lo porta a intraprendere una carriera militare anziché dedicarsi alla cultura.

A diciassette anni, entra nell’8° reggimento di fanteria ungherese, ma viene espulso per indisciplina. Negli anni successivi, offrendosi come comandante di una milizia personale, cerca di combattere contro i turchi a nome dell’Austria, ma senza successo. Si unisce quindi all’esercito russo, dove guadagna fama per il suo valore in battaglia e le sue mancanze di disciplina, finendo per essere condannato a morte dalla corte marziale russa nel 1740, ma riceve una grazia in extremis.

Dopo un breve ritorno in Slavonia, si rifugia a Vienna, dove l’arciduca Carlo di Lorena lo accoglie alla corte di Maria Teresa. Qui, Trenck crea il corpo dei Panduri, composto da mercenari e delinquenti, noto per la sua brutalità in guerra. Salendo nei gradi, si distingue in azioni di guerriglia, causando atrocità sia nei confronti dei nemici che dei civili. Tuttavia, le sue azioni portano anche a conflitti interni e a una condanna a morte per insubordinazione.

Incarcerato nella prigione dello Spielberg, Trenck cerca di riparare alle sue colpe mediante atti di beneficenza. Nel testamento, destina tutti i suoi beni ai poveri e alla Chiesa, chiedendo una preghiera settimanale per la sua anima. La cripta dei cappuccini, dove riposa il suo corpo mummificato, diventa un luogo di attrazione per visitatori, in quanto conserva anche le spoglie di altri benefattori e frati . La figura del barone, malgrado le sue atrocità, si fa simbolo delle contraddizioni del suo tempo.

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