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La nave affondata davanti a Genova: un parallelo con lo yacht di Palermo

Cinquant’anni fa, un tragico naufragio ha colpito il porto di Genova, simile in parte a quello del super yacht Bayesian avvenuto in Sicilia, ma con un bilancio di vittime molto più alto: 20 persone. Nonostante le somiglianze tra i due eventi, come la negligenza degli equipaggi riguardo alle condizioni meteorologiche, la differenza principale risiede nei dettagli sociali delle vittime, marinai e le loro mogli a Genova, miliardari e coniugi in Sicilia.

Il naufragio della turbonave inglese “London Valour”, avvenuto il 7 aprile 1970, è descritto da Filiberto Dani sulla Stampa. La nave, un ex-petroliera convertita in bulk carrier, si trovava in attesa di attraccare, quando, inspiegabilmente, è stata travolta da una tempesta. Nonostante emittessero avvisi meteorologici, l’equipaggio sembrava ignorare la gravità della situazione, con il primo ufficiale che riferisce che le macchine non erano pronte ad azionarsi subito.

Nella notte, il maltempo si è intensificato, ma sull’imbarcazione la situazione era già drammatica: l’ancora non teneva e lo scafo cominciava a inclinarsi verso la scogliera frangiflutti. Le testimonianze indicano che, quando la tempesta ha colpito, molti membri dell’equipaggio erano impanicati e non sapevano nuotare, aumentando il caos a bordo mentre la nave driftava verso la morte.

Il comandante del porto, informato da un amico che osservava la nave da terra, ha ordinato l’invio dei rimorchiatori. Purtroppo, gli sforzi di soccorso sono stati infruttuosi; la nave si è incagliata violentemente sulla scogliera, con un bilancio finale di venti vittime. Tra i deceduti c’erano il comandante e la sua moglie, insieme a molti marinai di nazionalità indiana e pakistana.

Il naufragio della “London Valour” rappresenta un evento quasi unico nella storia marittima, avvenuto sotto gli occhi di migliaia di spettatori, con immagini che evocano intensa paura anche dopo tanti anni. L’incidente ha sollevato domande sul livello di sicurezza e preparazione degli equipaggi marittimi, sottolineando la necessità di una maggiore attenzione alle condizioni meteorologiche e alla formazione. La tragedia rimane un monito di quanto possa essere imprevedibile e letale il mare, sia ieri che oggi.

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