La nazionale di calcio nigeriana ha annunciato il boicottaggio della partita di qualificazione alla Coppa d’Africa contro la Libia, prevista per domani a Bengasi. La decisione è stata presa dopo che i giocatori delle Super Aquile hanno denunciato un “trattamento disumano” subito in aeroporto, dove sono stati trattenuti per oltre 12 ore dalla polizia locale senza accesso a wi-fi, comunicazioni, acqua e cibo. Il volo nigeriano sarebbe dovuto atterrare domenica a Bengasi, ma è stato dirottato su Al Abraq, a 230 chilometri di distanza, costringendo i giocatori a rimanere accampati per tutta la notte.
Il capitano della squadra, William Troost-Ekong, ha evidenziato come la spedizione nigeriana sia stata isolata per creare “pressione psicologica”, in risposta a lamentele della Libia riguardanti il trattamento ricevuto durante la partita di andata in Nigeria, quando il volo libico fu dirottato su Port Harcourt e la squadra dovette percorrere 130 chilometri senza ricevere assistenza. Troost-Ekong, attualmente in forza all’Al-Kholood in Arabia Saudita, ha dichiarato di aver vissuto situazioni simili durante le trasferte in Africa, ma ha definito quella attuale “vergognosa”, ribadendo la richiesta di essere riportati a casa.
Per raggiungere Bengasi, i giocatori avrebbero dovuto affrontare un viaggio in pullman di oltre tre ore e mezzo, senza alcuna garanzia di sicurezza. Il capitano ha sottolineato il rispetto che la Nigeria ha sempre mostrato nei confronti degli avversari. La Federcalcio libica ha manifestato “profonda preoccupazione” riguardo alle denunce dei nigeriani, ma ha negato l’esistenza di un piano per danneggiarli, affermando che i disagi erano legati a protocolli aeroportuali e controlli di routine.
Alcuni giocatori, come Victor Boniface del Bayer Leverkusen e Ndidi del Leicester, hanno protestato sui social media, mentre Victor Osimhen, pur non convocato, ha espresso la sua delusione per il trattamento riservato ai compagni. L’attaccante ex Napoli ha chiesto l’intervento della Confederazione Africana di Calcio e delle autorità competenti, lamentando che i suoi compagni di squadra siano ancora bloccati all’aeroporto in Libia.