Quella terribile notte del naufragio in cui è affondato il mega yacht Bayesian ebbe inizio come in una fiaba: “La luna si specchiava nel mare, ho chiuso le finestre e sono andata a dormire”.
Una signora che vive a Bagheria e abita per l’estate una casa proprio sopra Porticello comincia così il suo racconto.
Il racconto ha dell’incredibile. Come un racconto horror.
Erano le 10 di sera di una sera calma serena con la luna in cielo che splendeva.
Ma erano le quattro del mattino quando ha sentito grande confusione e si è affacciata sul terrazzo. In lontananza si vedevano dei lampi ma nessun tuono.
La barca dell’inglese era la in fondo, letteralmente sotto i suoi occhi. Era arrivata verso le sei di sera. Nel buio della notte la luce di posizione in cima all’albero alto 75 metri brillava proprio come si vede nelle riprese delle camere di sorveglianza.
Poi, prosegue il racconto, improvvisamente è arrivata dal nulla un enorme nuvola che ha avvolto tutto: “mai vista una cosa simile”.
Poi il naufragio: e la luce era sparita
È durata una mezz’ora e la luce non c’era più: “Ho pensato che la barca fosse andata via. Poi al mattino una vicina mi ha detto che era affondata.
Intanto nell’aria del mattino era tutto un rombare di elicotteri. C’era un tale caos e una tale emozione che hanno sospeso il mercato.
E questi sono gli ultimi aggiornamenti sul naufragio del mega yacht Bayesian.
Scrive il Giornale di Sicilia che non c’era un’allerta burrasca, la bufera che ha travolto la barca è arrivata a tradimento.
Nel corso della conferenza stampa organizzata dalla procura di Termini Imerese, dalle parole di chi indaga sulla sciagura del Bayesian, pur nella coltre di fitto riserbo che circonda l’inchiesta, trapela qualche dettaglio in più su come sia avvenuto l’affondamento del veliero di 56 metri al largo di Porticello, poco dopo le 4 di notte di lunedì 19 agosto.
Evento repentino e improvviso, dice il Pm
“Si è trattato di un evento repentino e improvviso”, ha detto il pm di Termini Imerese Raffaele Cammarano. “Le due imbarcazioni – ha spiegato invece Raffaele Macauda, comandante della Capitaneria di porto di Palermo, con riferimento anche all’imbarcazione olandese che poi ha prestato i primi soccorsi e dalla scialuppa ha tirato in salvo i superstiti – potevano stare in rada in quella zona. Del resto, per quella sera, non c’era un’allerta di burrasca”. Il veliero “è stato investito da un downburst”, secondo quanto affermato dal magistrato. Si tratta di un fenomeno meteorologico con forti raffiche di vento orizzontali in uscita dal temporale che possono raggiungere velocità anche superiori ai 100 km orari.
“Probabilmente – ha detto Cammarano, parlando di uno dei punti cardine dell’inchiesta – i passeggeri stavano dormendo e per questo sono rimasti in cabina. Su questo stiamo ancora indagando in base al racconto dei superstiti”. Gli inquirenti stanno cercando di appurare questo passaggio, incrociando le testimonianze dei sopravvissuti. “I passeggeri morti trovati nella stessa cabina di sinistra non dormivano tutti in quel locale – ha anche detto il pm. Forse le vittime “cercavano una bolla d’aria””.