La stagione dell’arancia rossa di Sicilia Igp che inizierà a fine dicembre si preannuncia positiva, nonostante i significativi problemi di siccità affrontati quest’anno. Gerardo Diana, presidente del Consorzio di Tutela, sottolinea il grande impegno dei produttori, che sono riusciti a garantire l’irrigazione, migliorando così sia la pezzatura che la qualità del prodotto. Il marchio Igp, indicazione geografica protetta, è stato sviluppato nel tempo dal Consorzio, diventando un simbolo di prodotto sano e sostenibile riconosciuto a livello internazionale.
La commercializzazione delle arance avrà inizio ufficialmente il 27 dicembre, e uno dei principali obiettivi è una razionalizzazione dell’uso dell’acqua per garantire una pezzatura ottimale. Diana si mostra ottimista riguardo al nuovo anno, evidenziando che i consumatori, scegliendo le arance siciliane, non solo ottengono un prodotto di alta qualità, ma sostengono anche pratiche sostenibili.
Durante la campagna precedente, la quantità di prodotto è stata significativa, ma il clima sfavorevole ha sollevato dubbi sulla pezzatura. Le aziende del Consorzio hanno commercializzato quasi 22.000 tonnellate di prodotto fresco e circa 7.000 tonnellate per l’industria, per un totale di quasi 30.000 tonnellate. Tuttavia, queste cifre elevate sono state registrate in un periodo difficile a causa della chiusura del Canale di Suez e della concorrenza dei prodotti esteri, che hanno reso complicata la redditività delle aziende locali. Diana sottolinea la necessità che la politica affronti queste problematiche per sostenere le produzioni italiane di alta qualità, come l’Igp.
Il settore coinvolge più di 30 comuni della Sicilia orientale e comprende circa 500 produttori associati su un totale di 6.500 ettari certificati con l’Igp, di cui 800 in regime biologico. Oltre a ciò, sono operativi tre intermediari di mercato e oltre 70 centri di confezionamento associati. Sono più di 300 le etichette autorizzate a utilizzare la denominazione Igp come ingrediente in prodotti elaborati, trasformati e composti, tutti registrati in un albo consortile, contribuendo così a valorizzare ulteriormente l’immagine e la qualità dell’arancia rossa di Sicilia.
