Tra i protagonisti della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, la Corte d’Assise ha chiaramente identificato Paolo Bellini, latitante e ex esponente di Avanguardia Nazionale, come uno degli esecutori materiali. Il suo ruolo consistette nel trasportare e collocare parte dell’esplosivo, consapevole della devastazione che avrebbe causato. Questo attentato, uno dei più gravi della strategia della tensione, causò la morte di 85 persone e oltre 200 feriti.
La sentenza di ergastolo per Bellini è stata sostenuta da evidenze provate dai magistrati, che hanno anche messo in luce il coinvolgimento di Licio Gelli come finanziatore dell’attentato. I giudici sostengono che gli autori della strage furono coordinati da funzionari dei servizi segreti e apparati deviati dello Stato, rispondenti alle direttive di Gelli e della P2. Quest’ultimo avrebbe non solo finanziato la strage, ma orchestrato anche operazioni di depistaggio.
Le prove raccolte indicano che pochi giorni prima della strage, Gelli e il suo factotum Marco Ceruti erano a Roma, dove risiedevano anche due degli esecutori. Tra il 20 e il 30 luglio 1980, Gelli versò somme ingenti: un milione di dollari a Ceruti, 850.000 dollari a Umberto D’Amato e 20.000 dollari a Mario Tedeschi, per attività di supporto mediatico relative all’attentato. Ulteriori quattro milioni di dollari furono poi trasferiti a Ceruti per l’operazione “Bologna”.
L’attentato è stato descritto come opera di un commando terroristico composto da diverse cellule di destra, unite per destabilizzare l’ordine democratico, con il coinvolgimento di soggetti legati a apparati istituzionali deviati. Bellini e altri esecutori potrebbero aver agito anche per ottenere compensi economici e protezione da tali apparati.
Le motivazioni della condanna di Bellini offrono importanti elementi sulla strage e sul suo impatto indelebile sulle vittime e sulla democrazia italiana. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha definito questo momento come un importante traguardo per il Paese e i familiari delle vittime, sottolineando che la ricerca della giustizia, se perseguita con determinazione, alla fine porta risultati. La Cassazione dovrà ora esaminare la condanna a Bellini e altri coinvolti nella strage. Gli avvocati delle parti civili hanno manifestato soddisfazione per la meticolosità della sentenza e intendono difenderne le motivazioni.