I due omicidi, il massacro di Paderno Dugnano e la morte di Sharon Verzeni, hanno profondamente scosso l’Italia, suscitando preoccupazioni sul malessere psicologico e sulle eventuali negligenze delle istituzioni. Questi casi offrono spunti di riflessione su come il disagio mentale e le crisi individuali possano sfociare in atti di violenza estremi, obbligando le autorità e le istituzioni locali a riesaminare le loro risposte per prevenire simili tragedie.
Il massacro di Paderno Dugnano, avvenuto in una notte tra sabato e domenica, ha visto un diciassettenne assassinare i suoi genitori e il fratello di dodici anni con un coltello. L’atto, di una crudeltà rara, ha lasciato la comunità sotto shock e ha sollevato domande sulla motivazione dietro questo orrendo evento. Il giovane, attualmente nel centro di prima accoglienza Beccaria di Milano, ha descritto il suo “malessere” come una sensazione di oppressione e estraneità verso la sua famiglia e la società. Tuttavia, non è riuscito a fornire un movente chiaro. Le indagini condotte dalla PM Sabrina Ditaranto non hanno ancora rivelato le cause di questo orrore. Secondo la ricostruzione, il ragazzo ha aggredito il fratello mentre dormiva e ha colpito i genitori quando sono intervenuti. Al momento dell’arrivo dei carabinieri, il ragazzo è stato trovato tranquillo, seduto su un muretto con un grosso coltello da cucina accanto a lui.
L’altro caso, quello di Sharon Verzeni, è avvenuto a Terno d’Isola, dove Moussa Sangare ha confessato di aver accoltellato la giovane con quattro coltellate. Durante l’interrogatorio svoltosi nel carcere di Bergamo, Sangare ha manifestato confusione riguardo le motivazioni del suo gesto, affermando di essere stato spinto da una “sensazione” inspiegabile e di avere compiuto qualcosa di simile a una prova prima di agire. Questo omicidio ha sollevato interrogativi sulle possibili omissioni da parte delle autorità. Secondo il Codacons, esistono segnalazioni riguardanti comportamenti violenti di Sangare, ma le istituzioni non sembrano aver preso provvedimenti adeguati. L’associazione chiede che si indaghi anche sulle autorità locali per verificare se ci siano state negligenze che possano aver contribuito alla morte di Sharon.
Entrambi i casi pongono in evidenza la necessità di un intervento più efficace da parte delle istituzioni per affrontare problematiche legate al disagio psicologico e alla violenza. La mancanza di piani di intervento adeguati per affrontare situazioni di crisi è evidente e richiede attenzione immediata. Le comunità e le famiglie, così come le autorità competenti, devono collaborare per prevenire tali tragici eventi e garantire che il malessere psicologico non venga trascurato, ma affrontato con serietà e professionalità. La tragedia e il dolore devono servire da monito per una riforma profonda della gestione del benessere mentale e della sicurezza pubblica.