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mercoledì, Ottobre 9, 2024
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La variante Xec di Covid: sintomi e durata del contagio

La nuova sotto-variante di Covid Xec, appartenente al gruppo delle varianti Omicron, presenta sintomi tipici di un’infezione più leggera, ma con un’alta contagiosità. Matteo Bassetti, infettivologo e primario dell’Ospedale San Martino di Genova, ha condiviso dettagli su questa variante in un’intervista a Quotidiano.net.

I principali sintomi della variante Xec includono raffreddore, febbre alta (tipicamente per un paio di giorni), mal di gola e perdita di olfatto e gusto. A differenza di altre varianti, la durata dei sintomi è relativamente breve, di solito tra i 3 e i 5 giorni. Tuttavia, la variante si distingue per la sua maggiore contagiosità, che potrebbe favorire la creazione di nuovi focolai, in particolare in comunità chiuse o luoghi affollati.

Bassetti ha evidenziato che la capacità di contagio della Xec è notevolmente aumentata; mentre il virus originale contagiava circa 3-4 persone per malato, ora si stima che la Xec può infettare fino a 7-8 individui. Questo potrebbe portare a un incremento significativo di casi simultanei, soprattutto in ambienti dove il contatto tra le persone è ravvicinato.

La coesistenza di infezioni da variante Xec e virus influenzali potrebbe rappresentare una sfida per i sistemi sanitari. Bassetti sottolinea che le dinamiche del Covid nel 2024 sono notevolmente diverse rispetto al 2019 e che è necessario adattare le strategie di monitoraggio. L’eccessiva concentrazione su tamponi per il Covid rischia di trascurare altri virus respiratori quali influenza, adenovirus e metapneumovirus.

La variante Xec pare essere meno invasiva per le vie respiratorie grazie a una “barriera” immunitaria naturale sviluppata da molti individui. Tuttavia, per le persone gravemente immunodepresse, come quelle affette da tumori o che hanno subito trapianti, il rischio di complicazioni rimane elevato, rendendo imprescindibile un attento monitoraggio e l’eventuale realizzazione di test diagnostici.

Per quanto riguarda l’utilizzo dei tamponi, Bassetti afferma che sono ancora importanti per gli immunodepressi sintomatici, ma non per i pazienti fragili asintomatici. Critica l’uso eccessivo di tamponi per il Covid, sottolineando la necessità di una maggiore attenzione per altre infezioni virali. Concentrarsi solo sul Covid può distogliere l’attenzione da infezioni altrettanto rilevanti che colpiscono la popolazione.

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