Gianluca Rocchi, designatore degli arbitri della Serie A, ha rilasciato un’intervista al Gr Rai, evidenziando la sua gratitudine per il supporto ricevuto dai dirigenti durante il suo mandato e sottolineando l’importanza della collaborazione con il nuovo presidente dell’AIA, Carlo Zappi. Rocchi ha descritto il 2024 come un anno difficile, caratterizzato da sfide complesse in un contesto che coinvolge 152 persone. Ha espresso che il lavoro del designatore è spesso sottovalutato e soggetto a critiche, rendendo difficile concentrarsi sui momenti di soddisfazione.
Un tema centrale dell’intervista è stato quello dei “rigorini”. Rocchi ha ammesso che in passato sono stati assegnati rigori inappropriati, riconoscendo una situazione particolarmente negativa nella settima giornata con nove rigori concessi, di cui alcuni discutibili. Tuttavia, ha sottolineato che recenti decisioni hanno ripristinato l’assegnazione dei rigori corretti, evidenziando l’importanza di concedere un rigore solo quando ci sono elementi decisivi che possono influenzare il risultato della partita. Ha condiviso che in molti casi, il “sentimento” dell’arbitro è cruciale: se la pancia suggerisce rigore, è probabile che lo sia.
Rocchi ha anche affrontato il tema della VAR, affermando che deve essere utilizzata solo per episodi chiari e significativi, evitando di trasformare le partite in una continua moviola. Ha parlato dell’idea della VAR a chiamata, esprimendo la sua apertura verso eventuali modifiche, ma sottolineando i rischi di delegare la responsabilità della chiamata a club o allenatori. Rocchi ha insistito sull’importanza di formare arbitri capaci di prendere decisioni autonome e informate, basandosi su una comprensione profonda del calcio e delle sue dinamiche. Inoltre, ha annunciato collaborazioni in atto con l’Associazione allenatori e l’Associazione calciatori per migliorare la comprensione del gioco da parte degli arbitri, enfatizzando che un arbitro deve essere un esperto non solo delle regole, ma anche del contesto calcistico in cui opera.