23 Settembre 2024

L’arresto cardiaco e il coma: possibili cause e spiegazioni.

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Si dovrà attendere un paio di mesi per avere chiarimenti sulle cause del decesso di Helen Comin, cinquantenne di Cittadella, morta il 10 settembre all’ospedale di Castelfranco Veneto, cinque giorni dopo un intervento di sostituzione delle protesi al seno alla Diviclinic. L’autopsia, eseguita dal medico legale Claudio Terranova, non ha evidenziato una connessione diretta tra l’operazione e l’arresto cardiocircolatorio avvenuto nel periodo post-operatorio, rendendo necessarie ulteriori analisi sui tessuti e fluidi prelevati dal corpo.

La Procura di Treviso ha aperto un’indagine nei confronti di Antonio Di Vincenzo, titolare della Diviclinic, e dell’anestesista Fabio Toffoletto. Secondo il professor Benedetto Longo, chirurgo plastico, la sostituzione delle protesi implica manipolazioni delicate, in particolare della capsula periprotesica, che può comportare rischi maggiori rispetto all’inserimento delle protesi per la prima volta. Durante tali interventi, può verificarsi un sanguinamento inedito se un vaso sanguigno viene reciso, un evento raro ma possibile.

Per ridurre tali rischi, Longo sottolinea l’importanza di esami preoperatori approfonditi, che devono includere la valutazione della coagulazione e dei test di routine. È fondamentale per il chirurgo conoscere la predisposizione della paziente a sanguinare, in quanto le perdite durante il reinserimento delle protesi possono essere maggiori rispetto a un’operazione iniziale. Inoltre, ecografie e risonanze sono cruciali per valutare lo stato delle protesi, inclusi possibili danni o perdite di silicone.

Il reinserimento delle protesi è descritto come un intervento più sanguinoso a causa della gestione della capsula fibrosa che il corpo forma attorno alla protesi. Questa tassativamente deve essere completamente rimossa attraverso incisioni circonferenziali e radiali per creare un nuovo spazio idoneo per la protesi. Longo confronta l’operazione a “ricucire un vestito” per farlo adattare meglio alla nuova protesi, evidenziando la complessità e il rischio associati a tali interventi.

Insomma, la vicenda di Helen Comin solleva importanti interrogativi sulle procedure di sicurezza e sul rischio di complicazioni in interventi di chirurgia estetica come questo.

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