Dallo shock petrolifero delle crisi energetiche degli anni ’70 nacque in Italia un radicale cambiamento nelle abitudini quotidiane, portando a misure di austerità mai viste prima. La crisi fu innescata dalla guerra del Kippur, scoppiata il 6 ottobre 1973, che portò a un vertiginoso aumento dei prezzi del petrolio. I Paesi produttori dell’Opec raddoppiarono il prezzo del greggio e ridussero drasticamente le esportazioni. Il governo italiano, guidato dal democristiano Mariano Rumor, rispose con severe restrizioni, tra cui il divieto di circolazione delle automobili nei giorni festivi e la limitazione della programmazione televisiva.
Il 2 dicembre 1973, in risposta alle nuove regole, oltre dodici milioni di auto rimasero ferme, portando a un inedito scenario urbano dove i cittadini iniziarono a esplorare la città a piedi, in bicicletta o con i pattini; una realtà completamente diversa da quella precedentemente vissuta. La benzina, fissata dallo Stato, aumentò di prezzo e si verificò una difficoltà nell’approvvigionamento di carburante, creando una situazione di penuria, especialmente durante i mesi invernali.
Il silenzio e l’assenza di traffico modificarono radicalmente la vita urbana. Le persone si adattarono a nuove abitudini, scrivendo la storia di un’epoca caratterizzata da restrizioni necessarie, che, sebbene limitassero la libertà di movimento, non impedirono la vita sociale. I bar rimasero luoghi di ritrovo dove il caffè costava meno della metà di oggi. Nel contesto di questa trasformazione, esemplari come il presidente della Repubblica Giovanni Leone e Papa Paolo VI scelsero di abbandonare le automobili per modalità di trasporto più tradizionali.
Nel 1974, per un breve periodo ci fu un parziale allentamento delle restrizioni, ma presto furono reintrodotte in altre forme. La memoria di quell’epoca di austerità si fece nostalgica, ma influenzò anche i canoni sociali e culturali.
Nel 1976, la Rai trasse ispirazione da questa esperienza per creare il format di “Domenica In”, un programma che avrebbe segnato una nuova era della televisione italiana, mentre le restrizioni al traffico e il razionamento del carburante divennero solo un ricordo. L’eredità dell’austerità continuò a vivere nelle memorie collettive, essendo riflessa nelle abitudini e nello stile di vita degli italiani.