Le balenottere minori, scientificamente classificate come Balaenoptera acutorostrata, hanno dimostrato di avere la capacità di percepire suoni ad alta frequenza, contrariamente a quanto si pensava in precedenza. Questa scoperta è il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Science, condotto dalla National Marine Mammal Foundation e dal Norwegian Defense Research Establishment (FFI). La ricerca, diretta da Dorian Houser e Petter Kvadsheim, ha misurato la gamma uditiva di questo cetaceo, evidenziando una sensibilità notevolmente superiore alle aspettative. In particolare, è emerso che le balenottere minori possono rilevare suoni fino a 90 kilohertz (kHz), il che solleva seri interrogativi sulla loro risposta al rumore oceanico.
L’inquinamento acustico negli oceani è associato a gravi conseguenze per la vita marina, ed è quindi essenziale comprendere l’entità del problema per sviluppare strategie di protezione della fauna oceanica. Gli audiogrammi, che rappresentano graficamente la sensibilità uditiva di un animale, sono cruciali per identificare le frequenze sonore che influenzano i mammiferi marini. Tuttavia, per le Balaenoptera acutorostrata, tali test tradizionali erano poco pratici a causa delle dimensioni degli esemplari.
Per superare queste limitazioni, i ricercatori hanno ideato un nuovo metodo di cattura e rilascio di esemplari adolescenti, sottoposti a test per il potenziale evocato uditivo (AEP), una procedura che misura i segnali elettrici generati nel cervello in risposta a stimoli sonori. Sfruttando un canale naturale tra due isole in Norvegia e utilizzando una rete come barriera, il team ha analizzato due balenottere minori. Gli AEP sono stati registrati non in modo invasivo con elettrodi applicati alla pelle, mentre gli stimoli acustici venivano emessi da un trasduttore subacqueo.
Questo approccio ha rivelato che le balenottere minori possono percepire frequenze che vanno da 45 a 90 kHz, un intervallo significativamente superiore a quello precedentemente considerato, basato sull’anatomia dell’orecchio e sulle frequenze delle loro vocalizzazioni. Questa nuova evidenza suggerisce che la sensibilità uditiva del cetaceo potrebbe avere implicazioni importanti per la comprensione della loro ecologia e delle loro interazioni con l’ambiente acustico oceanico.