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sabato, 23 Novembre, 2024
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Le Condanne Definitive per l’Omicidio di Desirée

La Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne a 26 anni per Alinno Chima e a 22 anni per Mamadou Gara, confermando le sentenze della Corte d’Assise d’Appello di Roma nel processo riguardante la morte di Desirée Mariottini, una ragazza di 16 anni trovata morta in un edificio abbandonato a Roma. Per altri due imputati, Brian Minthe e Yousef Salia, le condanne erano già definitive: 18 anni per Minthe e ergastolo per Salia. La quinta sezione penale della Suprema Corte ha rigettato i ricorsi di Chima e Gara, rendendo così definitive le condanne per tutti e quattro gli imputati.

La Corte d’Assise d’Appello di Roma, il 29 maggio, aveva riqualificato l’accusa contro Gara, trasformando l’ergastolo in una condanna per “morte come conseguenza di altro reato”. I reati contestati variavano da omicidio a violenza sessuale, fino alla somministrazione di sostanze stupefacenti. Il processo di appello bis era stato disposto dalla Cassazione nel 2023, a seguito dell’annullamento di alcuni capi di imputazione.

Secondo la sentenza, gli imputati hanno mostrato indifferenza verso la vita della giovane Desirée, che si trovava in uno stato di incoscienza. Non solo non hanno fornito il soccorso necessario, ma hanno anche minacciato coloro che suggerivano di chiamare un’ambulanza, un intervento che avrebbe potuto salvare la ragazza. Il nuovo ricorso in Cassazione da parte di Chima e Gara è stato quindi rigettato, confermando le precedenti decisioni dei giudici.

Il caso ha suscitato notevole attenzione mediatica e pubblica, rappresentando una questione delicata che coinvolge non solo la giustizia penale, ma anche temi di vitale importanza come la responsabilità e la protezione dei minori. La sentenza finale della Cassazione chiude un capitolo doloroso in merito alla tragedia di Desirée Mariottini, sottolineando le gravi implicazioni legali dei crimini commessi e le conseguenze per gli arrestati, ora definitivamente condannati.

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