Tre auto dei carabinieri inseguono uno scooter su cui viaggiano Ramy Elgaml, 19 anni, e Fares Bouzidi, 22 anni. È il 24 novembre 2024, poco dopo le 4 del mattino, quando Ramy, seduto sul retro dello scooter, perde la vita a seguito di una caduta. Sul tragico incidente è in corso un’inchiesta della Procura di Milano che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di tre carabinieri e per omicidio stradale e resistenza a pubblico ufficiale nei confronti di Fares.
I video registrati dalle dashcam e dalle telecamere comunali mostrano la drammatica sequenza degli eventi: Fares guida ad altissima velocità e in modo molto pericoloso, cercando di sfuggire alle auto dei carabinieri. La tensione è palpabile, e un carabiniere sottolinea: “Vaff…..o, non è caduto”, mostrando incredulità mentre i due ragazzi continuano a fuggire. Durante la corsa, un carabiniere urla: “Chiudilo che cade”, preoccupato per la precarietà della situazione.
Arrivati nei pressi del Palazzo di Giustizia di Milano, sembra verificarsi un contatto, e un carabiniere esclama senza rendersi conto della gravità della situazione: “Via Quaranta, sono caduti, bene!” A quel punto, si scoprirà che Ramy è deceduto a causa della caduta. Le immagini delle telecamere mostrano anche due carabinieri che si avvicinano a un testimone presente, il quale afferma di aver registrato l’incidente. I militari, apparentemente, gli avrebbero chiesto di cancellare il video girato, un’azione che solleva interrogativi sulla gestione della scena da parte delle forze dell’ordine.
L’inchiesta continua a far luce sui dettagli di quanto accaduto, con l’attenzione concentrata sulle responsabilità dei carabinieri coinvolti e sulla condotta di Fares durante l’inseguimento. La morte di Ramy ha scosso l’opinione pubblica e pone interrogativi sulla necessità di una riforma delle pratiche di inseguimento delle forze dell’ordine in situazioni simili. Le famiglie dei due giovani e la comunità intera attendono chiarezza e giustizia dopo questo tragico evento.