22 Settembre 2024

Le fake news influenzano i prezzi delle azioni.

Le fake news influiscono notevolmente sulla dinamica dei prezzi dei titoli finanziari. Secondo uno studio condotto da Paolo Pellizzari dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, insieme ai colleghi Frank Westerhoff e Sarah Mignot dell’Università di Bamberg, le notizie false generano effetti significativi sui mercati, come descritto nella pubblicazione apparsa nel Journal of Economics and Statistics.

Tradizionalmente, i prezzi di mercato dovrebbero riflettere tutte le informazioni disponibili. Tuttavia, l’enorme flusso di informazioni provenienti dai social media e dai mezzi di comunicazione ha reso difficile per gli investitori discriminare tra dati veritieri e notizie ingannevoli. Questo fenomeno porta a tre conseguenze principali. In primo luogo, i prezzi tendono a “sganciarsi” dai fondamentali economici, risultando meno significativi; ad esempio, un prezzo elevato non implica necessariamente un’alta qualità del titolo. In secondo luogo, si verifica una diminuzione generale dei prezzi delle attività finanziarie, poiché la confusione informativa cala sul reale valore dei titoli, creando l’impressione che gli investimenti siano eccessivamente rischiosi. Infine, gli operatori di mercato adottano strategie d’acquisto semplificate, influenzati da tendenze temporanee piuttosto che da una pianificazione a lungo termine.

In un contesto di fake news, l’interazione tra i trader trasforma i mercati, generando distorsioni e oscillazioni caotiche nei prezzi. Queste fluttuazioni violente e imprevedibili non sono il risultato di cambiamenti reali nell’economia, ma piuttosto del comportamento “mechanical” degli investitori, i quali trascurano analisi accurate e si abbandonano a decisioni impulsive. È fondamentale sottolineare che non solo notizie catastrofiche causano problemi. Anche le informazioni eccessivamente ottimistiche possono generare confusione, aumentando l’incertezza fra gli investitori. L’abbondanza di notizie, sia positive che negative, genera dubbi, specialmente quando l’affidabilità delle informazioni è discutibile.

Un altro punto interessante del modello suggerisce che, anche quando un titolo è valutato correttamente, una campagna di fake news può influenzare negativamente il suo prezzo. Sebbene si possa pensare che la situazione ritorni alla normalità una volta cessata la diffusione di notizie false, non è così semplice. Ci sono casi in cui l’instabilità indotta diventa permanente, portando a fluttuazioni dei prezzi anche in assenza di notizie. Questo fenomeno è descritto come un’infezione del “dubbio”, dove gli operatori, colpiti da informazioni errate, continuano a reagire emozionalmente anche dopo che le fonti di incertezza sono sparite.

Le conseguenze delle fake news e della sofisticata disinformazione possono avere effetti duraturi e difficili da correggere. Ora, fornire a investitori ulteriori informazioni sull’affidabilità delle notizie non sempre aiuta; al contrario, potrebbe aggravare la situazione, aumentando il carico informativo senza una pianificazione adeguata. Pertanto, la sfida rimane quella di navigare in un ecosistema informativo sempre più complesso, dove la qualità delle notizie è fondamentale per un decision-making efficace nel mondo finanziario.

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