Joe Biden ha criticato in privato l’ex presidente Barack Obama riguardo alla gestione dell’invasione russa della Crimea e del Donbass nel 2014, come riportato nel nuovo libro di Bob Woodward, “War”. Secondo un’anticipazione del libro, Biden ha espresso il suo disappunto con un amico dicendo che nel 2014 “hanno fatto un casino”. Ha messo in evidenza la mancanza di azione da parte dell’amministrazione Obama di fronte alle aggressioni di Vladimir Putin in Ucraina, affermando che Barack Obama “non ha mai preso Putin sul serio”.
Biden ha accusato Obama di aver sottovalutato le intenzioni di Putin e ha dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero dovuto fermare l’espansione russa sin dall’inizio, affermando che “non avrebbero mai dovuto lasciare che Putin entrasse lì”. La sua analisi della situazione mette in evidenza una critica alla passività degli Stati Uniti nel 2014, quando l’invasione russa non incontrò resistenza significativa da parte della comunità internazionale.
Inoltre, nel libro viene menzionato che Biden si è rammaricato per la sua scelta di nominare Merrick Garland come procuratore generale. Si sarebbe infuriato per la decisione di Garland di nominare un procuratore speciale per indagare su suo figlio, Hunter Biden. Il presidente ha condiviso con un suo conoscente il suo disappunto dicendo: “Non avrei mai dovuto scegliere Garland”, evidenziando ulteriormente la sua frustrazione sulle scelte fatte nel suo mandato.
Biden, ora presidente, sembra riflettere su queste questioni passate, ritenendo che le decisioni del suo predecessore abbiano avuto conseguenze significative sullo scenario geopolitico attuale. Queste critiche rivelano le tensioni interne tra le diverse amministrazioni democratiche e dimostrano come le strategie di politica estera possano influenzare le relazioni internazionali e la sicurezza nazionale. La denuncia di Biden sulla gestione Obama del conflitto in Ucraina e le sue frustrazioni riguardo al suo cabinet attuale offrono uno spaccato interessante sui dilemmi e le sfide che devono affrontare i leader politici nel gestire le crisi internazionali.