La legge sull’Autonomia differenziata non è stata affossata e “regge e reggerà”, afferma Roberto Calderoli, insieme al governatore della Lombardia Attilio Fontana. Insistono che le eccezioni presentate sono state poche rispetto al numero totale e che, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, non si dovrebbero tenere referendum abrogativi. Calderoli si dice pronto a utilizzare gli indirizzi della sentenza per chiudere il dibattito, ma le sue affermazioni scatenano reazioni indignate delle opposizioni, con il Pd, M5s e Avs che lo accusano di voler zittire la voce della minoranza.
La segretaria del Pd, Elly Schlein, sottolinea che è inaccettabile limitare la libertà di espressione dell’opposizione in una democrazia. Le sue parole sono accompagnate da un appello al governo a riconoscere il ruolo cruciale delle opposizioni nel dibattito democratico. Con ironia, il presidente del Pd Stefano Bonaccini commenta le reazioni di Calderoli, mentre la capogruppo di Avs, Luana Zanella, critica la mancanza di autocritica da parte del governo. Anche la vicepresidente dei senatori M5s, Alessandra Maiorino, bolla come antidemocratico il desiderio di Calderoli che le opposizioni tacciano per sempre.
Marco Sarracino, del Pd, nota che il “nervosismo” serpeggia nella Lega, ironizzando sul silenzio della presidente Meloni. La polemica non si limita a Calderoli: il Guardasigilli Carlo Nordio suggerisce che l’intervento della Corte potrebbe escludere la possibilità di referendum. Questo provoca ulteriori reazioni, con Angelo Bonelli dei Verdi che chiede il rispetto dell’indipendenza della magistratura e Riccardo Magi di Più Europa che supporta la stessa idea. Schlein insiste nel dire che l’opposizione continuerà a fare sentire la propria voce, mentre è il governo a dover fermarsi.
Forza Italia, che ha sempre chiesto cautela sull’applicazione della riforma, ha convocato un’osservazione per discutere le iniziative parlamentari da intraprendere a seguito della sentenza della Consulta. Le fonti parlamentari di FI ribadiscono la volontà di vigilare responsabilmente sul processo, confermando la necessità di una riflessione attenta sulle prossime mosse politiche.