Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico (Pd), ha criticato aspramente la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riguardo a fisco e sanità pubblica. In un’intervista, Schlein ha accusato Meloni di ingannare il Paese, ricordando che nel piano di bilancio del governo è specificato che aumenteranno le accise sul diesel, contraddicendo le promesse passate della Premier. Ha invitato Meloni a spiegare ai cittadini il “costo Meloni” e a smettere di affermare che il governo ha investito più di chiunque in sanità, sostenendo che la spesa sanitaria in percentuale sul PIL è in calo dalla sua ascesa a Palazzo Chigi.
Schlein ha anche esortato le forze di opposizione a unirsi per costruire un’alternativa al governo Meloni, dichiarando che non è un’idea folle, ma necessaria. Ha sottolineato l’importanza di trovare convergenze con le altre forze politiche, e ha affermato che la responsabilità della principale forza di opposizione è quella di evitare ulteriori problemi e mettersi a disposizione.
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha attaccato il governo paragonandolo a un condominio dove ogni condomino parla liberamente e ha messo in dubbio la leadership di Meloni. Ha criticato la mancanza di chiarezza e coerenza nelle proposte del governo, avvertendo che ci saranno nuovi tagli e tasse, e ha sollevato preoccupazioni riguardo alla legge sulle pensioni, che il governo avrebbe dovuto combattere.
Anche Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra ha commentato la situazione, mettendo in evidenza il conflitto tra le affermazioni del ministro dell’Economia e della premier riguardo ai sacrifici richiesti ai cittadini. Ha denunciato che il governo sta pianificando tagli al trasporto pubblico e alla scuola, già in difficoltà, senza una strategia chiara per l’industria automobilistica, menzionando la crisi di Stellantis.
Infine, Stefano Graziano del Pd ha criticato Meloni per le nomine nel Cda della Rai, accusandola di aver sistemato suoi alleati nonostante il rischio di procedura di infrazione UE, e infine, Matteo Renzi ha messo in evidenza l’ipocrisia della premier, difendendo il diritto alla privacy dopo che anche lui è stato bersaglio di dossieraggi.