Una crepa, lo Ius Scholae, che potrebbe allargarsi fino a far cadere il muro del centrodestra. Così lo vedono le opposizioni che, dopo le aperture di Forza Italia e le parole del ministro Matteo Piantedosi, vanno compattandosi. La soluzione che lega il conferimento della cittadinanza italiana al completamento di due cicli scolastici piace da sempre ai Cinque Stelle i quali, apprende l’Agi, accolgono con piacere le parole del ministro Tajani al meeting di Rimini. Il Movimento, nella scorsa legislatura, aveva presentato una proposta di legge a firma Giuseppe Brescia e, dopo il voto, è stata la deputata Baldino a ripresentare una proposta analoga.
Se una proposta in questo senso venisse calendarizzata, i pentastellati la accoglierebbero senza particolari problemi, anche perchè lo Ius Scholae viene considerato il miglior punto di caduta per una riforma della legge sulla cittadinanza. Da posizioni diverse muove, invece, il Partito Democratico. Fra i dem si registrano sensibilità diverse, fra chi è sostenitore di uno Ius Soli temperato e chi preme per lo Ius Culturae. Proposta, quest’ultima, che vede favorevole anche Matteo Renzi e Italia Viva.
“Sullo Ius scholae/Ius culturae, Forza Italia dice di voler andare fino in fondo. Bene. C’è un testo che è già stato votato alla Camera e che si è bloccato al Senato nel 2017. Fu votato anche da attuali componenti del centrodestra. Ho depositato il testo esattamente come era stato approvato. Se Forza Italia davvero fa sul serio, perché non lo vota?”, sottolinea Maria Elena Boschi.
Il provvedimento approvato dalla Camera nel 2017 è bene presente anche ai dem. “C’era stata una prima convergenza nella legislatura 2013-2018 fra tutte le forze di centrosinistra”, ricorda il senatore Pd Graziano Delrio: “Fu approvata alla Camera, ma non arrivò al voto del Senato perché il governo di allora”, presieduto da Paolo Gentiloni, “ritenne di non avere i numeri sufficienti per approvarla al Senato e non pose la fiducia. Per me è auspicabile lo Ius Soli, ma se si cominciasse dallo Ius Scholae sarebbe già qualcosa”, aggiunge Delrio che dello Ius Soli è sempre stato un convinto sostenitore.
Un riferimento all’apertura arrivata da Forza Italia. “Più di una apertura”, precisa Delrio, “c’è stato un impegno. Se si tratterà di un impegno reale lo vedremo in Parlamento. D’altra parte, anche Marina Berlusconi ha esortato Forza Italia ad essere più incisiva sul tema dei diritti”. Da parte del resto della maggioranza, Lega in testa, viene pero’ fatto osservare che la riforma della legge sulla cittadinanza non è nel programma di governo. “Non è compreso nel programma di governo, ma questo offre la possibilità anche alla maggioranza di avere una discussione più libera e senza vincolo di mandato”.
Uno spiraglio, in questo senso, sembra arrivare dal Viminale. Il ministro Matteo Piantedosi, ospite del Meeting di Rimini, sottolinea che “bisogna porsi il problema di come rendiamo” i migranti “nostri cittadini”. E aggiunge: “La nostra legislazione è quella che consente il maggior numero di concessioni in tutta Europa. Siamo il Paese al primo posto per concessioni in termini assoluti di cittadinanze. In alcuni casi arriviamo quasi al doppio di Paesi come Germania e Francia. Non abbiamo quindi un quadro di chiusura totale”.
Fra i dem non si è ancora discusso su come portare avanti la battaglia in Parlamento. L’apertura di Forza Italia ha accelerato un lavoro che i gruppi Pd avevano previsto per la ripresa delle attività parlamentare, comunque non prima dell’autunno. Di certo c’è che le proposte di legge non mancano: c’è chi, come Boldrini, le ripresenta ‘di default’ a ogni legislatura. Ma ci sono anche quelle depositate ‘di fresco’ dai deputati dem Mauro Berruto, Ouidad Bakkali e Paolo Ciani. Quella di Ciani è una proposta che riparte proprio dalla legge che ha fatto più strada in Parlamento, quella che nella XVII legislatura fu approvata alla Camera con largo consenso, ma non al Senato. “Penso che la riflessione nel Paese sia maturata e se si superano steccati ideologici si può arrivare a una riforma condivisa. Da troppi anni quasi un milione di bambini e bambine nati in Italia attende l’aggiornamento di una legge desueta che risale al 1992: sarebbe grave frustrare le loro attese per un po’ di chiacchiere estive. Spero che ognuno affronti responsabilmente la questione”, spiega Ciani.