L’attuale conflitto tra Iran e Israele presenta dinamiche uniche, considerando che l’Iran non è uno dei paesi arabi vicini a Israele e il suo regime teocratico ha una visione dell’Islam che differisce da quella della Palestina. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, un video di studenti iraniani che cantano “Morte alla Palestina” ha evidenziato un crescente sentimento di simpatia verso Israele tra alcuni iraniani. La morte di Mahsa Amini nel 2022 ha catalizzato un’ondata di insoddisfazione verso le autorità religiose, mostrando un divario tra la popolazione e il governo.
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu è consapevole di questo disallineamento e ha invitato Reza Pahlavi, figlio dell’ultimo Scià, a visitare Israele nel 2023. Netanyahu ha espresso un messaggio di solidarietà al popolo iraniano, affermando che quando l’Iran sarà libero, ci sarà una pace tra gli antichi popoli ebraico e persiano, attirando sostenitori dell’invasione di Gaza e coloro che sperano in un cambio di regime in Iran. Questa inclinazione ha radici storiche legate a traumi collettivi dopo mezzo secolo di dominio islamico.
La nostalgia per l’era dello Scià è evidente, con il desiderio di un’alternativa monarchica sostenuta dall’Occidente. Reza Pahlavi, accolto calorosamente in Israele, rappresenta per molti un’opzione rispetto al regime attuale. Nelle università iraniane, si osserva un cambiamento di ideologie, con alcune voci che vedono gli arabi come nemici comuni con Israele. Le affermazioni di superiorità ariana rispetto agli arabi, insieme a slogan come “Siamo ariani, non arabi”, sono emerse durante le proteste anti-regime del 2022 e si sono diffuse sui social media.
Per i nazionalisti iraniani di estrema destra, la collaborazione con Israele e tendenze simili al trumpismo pongono le basi per un regime autoritario sostenuto dall’Occidente. Questo nuovo regime potrebbe favorire una cooperazione tra alleati di destra, unendo forze contro le minacce percepite dell’Islam sunnita e degli arabi. In sintesi, la tensione tra Iran e Israele si inserisce in una congiuntura complessa di identità nazionale, lotte interne e rivalità storiche, che potrebbe riplasmare le relazioni nel Medio Oriente.