Tiziana Bani, Francesca Peli, Natalia Giulietti, Mariza Gulinati e Marzia Castellani sono le attuali custodi di un’arte tessile che risale al 1908, quando la baronessa Alice Franchetti avviò un laboratorio di lavorazione del lino in Umbria. Ella intuì che le donne, impegnate nei campi di proprietà familiare, potevano sviluppare la loro abilità al telaio, ottenendo così autonomia economica. La Franchetti riunì le artigiane in un’unica sede per fornire loro opportunità di lavoro salariato, dando avvio a un percorso di emancipazione femminile che si estese da Città di Castello a Passignano sul Trasimeno. Anche Romeyne Robert, moglie del marchese Ruggero Ranieri di Sorbello, fondò una scuola di ricamo per 120 donne, consolidando le connessioni tra i due laboratori, Tela Umbra e Industrie Femminili Italiane.
Nel corso del tempo, Tela Umbra si è trasformata, rafforzandosi anche attraverso la cooperativa fondata nel 1985, che riunì 14 tessitrici. La cooperativa ha affrontato difficoltà, incluso un lungo contenzioso ereditario, ma ha saputo reinventarsi, anche durante la pandemia da Covid-19, producendo mascherine. Oggi, le cinque socie lavorano ancora con telai dell’Ottocento, tessendo tovaglie e tessuti in puro lino, mantenendo vivo il tradizionale decoro geometrico, mentre i tappeti sono realizzati anche in lana.
Dal 2022, Tela Umbra ha ampliato la sua offerta con la lavorazione del cachemire per case di moda. La vicepresidente Francesca Peli conferma che il lavoro è abbondante e attualmente le cinque socie gestiscono le attività, ma il futuro rimane incerto. I laboratori si trovano a Palazzo Alberti Tomassini, nel centro storico di Città di Castello, dove è allestito anche un museo tessile che racconta la storia dell’azienda. Un’area è dedicata a un’aula delle scuole rurali fondate da Alice e Leopoldo Franchetti, con reperti storici che illustrano il sistema educativo innovativo introdotto da Alice Hallgarten e successivamente utilizzato da Maria Montessori.
Nel 2015, la cooperativa ha celebrato 40 anni, un traguardo significativo che la comunità intende festeggiare, ribadendo l’importanza della tradizione tessile e dell’emancipazione femminile.