I Depeche Mode hanno lasciato un’impronta indelebile nella musica sin dagli anni ’80, mescolando abilmente elettronica e pop. Con oltre quarant’anni di carriera, il loro stile inconfondibile è rimasto costante, dimostrando che le loro canzoni possono adattarsi a molti generi musicali. Dopo la scomparsa di Andrew Fletcher, molti artisti hanno reso omaggio alla band reinterpretando i loro brani, spaziando in generi diversi. Tra le cover più audaci, troviamo quella dei Cure che hanno rivisitato “World in My Eyes” nel 1998 e i Def Leppard con “Personal Jesus” nel 2018.
Tra le reinterpretazioni più interessanti, la versione bossanova di “Just Can’t Get Enough” dei Nouvelle Vague è notevole. Altri esempi includono i Sublime Reggae Kings che hanno arricchito “Strangelove” con un arrangiamento reggae nel 2018 e diversi tributi come “Shake the Disease” degli Hooverphonic. La cover jazz di “Shake the Disease” da parte di Lisa Bassenge Trio del 2002 e l’interpretazione dei Cosmic Tribe di “It’s No Good” nel 2010 mostrano quanto gli artisti possano reinterpretare i classici.
Dee Madden ha dedicato un intero album alle canzoni dei Depeche Mode, e la sua versione di “Everything Counts” è particolarmente apprezzata. I Quakes, nel loro album del 1993, hanno offerto una rivisitazione rockabilly di “Behind the Wheel”, mentre gli Smashing Pumpkins, nel tributo “For the Masses”, hanno trasformato “Never Let Me Down Again” in un brano rock più diretto.
“Enjoy the Silence” è un altro esempio di canzone reinterpretata, con cover di artisti come Lacuna Coil e Tori Amos. La versione jazz di “Home” da parte di Sissel Vera Pettersen e Nikolaj Hess è un’altra proposta notevole. I Terry Hoax, con “Policy of Truth”, e i Placebo, con “I Feel You”, mostrano laversatilità dei brani dei Depeche Mode.
“Personal Jesus” ha visto numerose reinterpretazioni, tra cui quella di Johnny Cash e la sorprendente versione di Nina Hagen, che apporta un’interpretazione unica e innovativa. Infine, la versione di “Strangelove” di Sylvain Chauveau esemplifica l’approccio minimalista e audace nella reinterpretazione dei classici Depeche Mode.