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giovedì, 12 Dicembre, 2024
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Le strategie del governo per salvare l’industria automobilistica

Una tempesta perfetta”, così Daniela Poggio, Responsabile della comunicazione e degli affari istituzionali di Stellantis in Italia, ha descritto la crisi del settore automotive. Questa situazione è il risultato di tre fattori principali: la regolamentazione europea, la crescente concorrenza cinese e un calo della domanda che perdura dal 2019. La transizione dai motori termici a quelli elettrici comporta costi maggiori per i produttori, una diminuzione del fabbisogno di manodopera e il tempo necessario per adattarsi a nuovi modelli, mentre il mercato fatica ad assorbire la richiesta. Pertanto, è necessario affrontare questa transizione collettivamente. La situazione è critica per i lavoratori del settore e per l’indotto.

In vista del tavolo Stellantis del 17 dicembre, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato una riunione su Trasnova, società dell’indotto che ha già annunciato 97 esuberi a causa della decisione di Stellantis di cessare i contratti esistenti per reinternalizzare le attività. Poggio ha dichiarato che l’internalizzazione permetterà di mitigare gli effetti della cassa integrazione, ma si è anche detto disponibile a supportare l’azienda. Attualmente, oltre ai 97 lavoratori di Trasnova, ci sono altri 150 licenziamenti annunciati da Teknoservice e Logitech, per un totale di 250 lavoratori a rischio.

Il tavolo Stellantis del 17 dicembre, presieduto dal ministro Urso, si prefigge di mettere l’Italia al centro della strategia del gruppo dopo le dimissioni di Carlos Tavares, con l’obiettivo di ottenere un piano chiaro e sostenibile per rilanciare la produzione e gli investimenti, garantendo i posti di lavoro e evitando licenziamenti.

La crisi nel settore automotive europeo è complessa e deriva principalmente dalle scelte della Commissione europea che, tramite il Green Deal, ha imposto una transizione verso le auto elettriche. Queste, più costose, registrano vendite inferiori. Le normative di Bruxelles prevedono sanzioni superiori ai 15 miliardi di euro per i produttori che non rispettano i parametri, con nuovi limiti di emissioni in arrivo dal 2025, che costringeranno i costruttori ad aumentare il peso delle auto elettriche per evitare multe. Urso ha definito questa situazione “una follia” e si sta adoperando per cambiare le regole a livello europeo.

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