La tragedia di Matilde Lorenzi segna un triste capitolo nella storia dello sci alpino, aumentando il numero di atleti deceduti in incidenti sulla neve. Il primo sciatore a perdere la vita nella disciplina moderna fu Giacinto Sertorelli il 28 gennaio 1938, dopo un grave impatto con un albero a Garmisch-Partenkirchen. La cerimonia funebre vide la partecipazione dell’erede al trono d’Italia, Umberto II di Savoia.
Nel 1953, l’italiano Ilio Colli morì per un incidente simile a Madesimo. Nel 1959, il canadese John Semmelink e l’austriaco Toni Mark morirono entrambi in incidenti durante la stessa giornata. Un altro caso tragico avvenne nel 1964, quando l’australiana Ross Milne perse la vita mentre si allenava per le Olimpiadi a Innsbruck. La prima vittima nel “chilometro lanciato” fu Walter Mussner nel 1965, seguito dalla svizzera Silvia Suter nel 1969, morta contro una barriera durante una gara.
Il 1970 segnò un’altra tragedia con il francese Michel Bozon, che morì in una gara di Coppa del Mondo. L’anno successivo, David Noelle e Arthur Gobber persero la vita in incidenti simili, e nel 1975, due atleti, Michel Dujon e il giovane Markku Vuopala, subirono la stessa sorte. Leonardo David, dopo una brutta caduta nel 1979, entrò in coma e morì nel 1985.
Altre vittime del decennio includono Sara Mustonen nel 1979 e Uwe Piske nel 1982. Sepp Walcher, campione del mondo nel 1978, perse la vita nel 1983. Tragedie in mondovisione si verificarono nel 1991 conGernot Reinstadler durante la Coppa del Mondo e nel 1992 con Nicolas Bochatay durante le Olimpiadi di Albertville.
Nel 1994, durante una discesa di Coppa del Mondo, la tedesca Ulrike Maier morì dopo un grave infortunio. Altri incidenti mortali seguirono negli anni successivi, come quello di Regine Cavagnoud nel 2001 e Shelley Glover nel 2004.
Il 2012 fu un anno tragico, con la morte di Asli Nemutlu, Sarah Burke e Nick Zoricic. Nel 2017, il francese David Poisson e il teenager tedesco Max Burkhart morirono in incidenti di allenamento, evidenziando i rischi insiti nello sci alpino e la necessità di maggiore sicurezza.